Una gran bella moschea seppellirà le Torri Gemelle
17 Maggio 2010
di redazione
Dopo l’11 Settembre ci sono state mille polemiche sulla ricostruzione delle Torri Gemelle, crollate in una giornata di sole di un giovedì che non scorderemo mai. Di idee e progetti ce ne sono stati tanti, ma ora la questione degli appalti, ora i ritardi, ora le invidie e la concorrenza fra i grandi architetti chiamati al capezzale di New York, hanno rallentato i lavori di un’opera che, se e quando venisse realizzata, aiuterebbe gli americani a voltare definitivamente pagina sull’accaduto.
Da un po’ di tempo sembrava che la ferita potesse rimarginarsi grazie al colossale progetto dell’architetto Daniel Libeskind, il Master Plan for the New World Trade Center, con tanto di "Freedom Tower" alta 1776 piedi (in onore alla data della dichiarazione d’indipendenza americana), Museo della Memoria e Parco degli Eroi, un complesso edilizio di cui si è già iniziato a parlare dal 2004 ma che per una serie di ingombri burocratici, colpi bassi, manovre e interessi economici, fino adesso è rimasto solo sulla carta.
Ma adesso qualcuno, nei paraggi di Ground Zero, potrebbe procedere più speditamente del previsto, tanto rapidamente da aver mandato in bestia le famiglie delle vittime dell’11/9 e – crediamo – gran parte degli americani. Questo qualcuno è la “American Society for Muslim Advancement”, una denominazione religiosa che ha per mission la promozione dell’Islam in America. La proposta: costruire, a circa 200 metri da Ground Zero, un grande centro culturale islamico (chiamiamola pure con il suo nome, moschea) per favorire un momento di incontro fra la cultura musulmana e quella americana, secondo le parole di Feisal Abdul Rauf, uno degli imam che predicano a New York. Il primo distretto finanziario di New York, a sua volta, ha espresso parere positivo sul progetto, nonostante gli americani sul piede di guerra abbiano già annunciato una manifestazione contro la Grande Moschea per il prossimo 6 giugno.
Ora, non si tratta di negare ai cittadini di fede islamica di ritrovarsi in un luogo dove pregare, un diritto che l’America concede a chiunque, visto che siamo in un Paese che ha fatto della libertà religiosa una delle sue fondamenta. Ma come si sentiranno quei parenti delle vittime che aspettano da anni la costruzione di un luogo dove poter commemorare i loro cari, vedendo che la commissione edilizia di NY ha dato via libera al progetto della grande moschea? In secondo luogo, ci chiediamo se per caso a qualcuno non verrà in mente di rendere onore non solo alle vittime, ma anche ai carnefici dell’11 Settembre. A questo punto speriamo solo che le prediche degli imam accanto a Ground Zero, se mai la moschea dovesse essere costruita, riescano a cacciare via dalla testa dei newyorkesi la brutta impressione che dopo il danno ora è arrivata anche la beffa.