Una guida politicamente poco corretta per Occidentali pentiti

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Una guida politicamente poco corretta per Occidentali pentiti

16 Maggio 2008

Il libro di Robert Spencer è stato per ben quindici settimane nella lista dei più venduti redatta dal New York Times. È uscito in italiano nel febbraio di quest’anno ma qui da noi non ha avuto lo stesso successo. Comunque, è destinato a far discutere, c’è chi lo ama e chi lo odia.

Secondo Tom Palmer del Cato Institute, questa Guida all’Islam e alle crociate “non solo non è una guida attendibile ma è anche una sponsorizzazione dell’interpretazione che gli islamisti politici radicali danno dell’Islam”. Robert Spencer, sempre secondo Palmer, sarebbe una “macchina per reclute dell’Islam radicale”.

Al contrario, Andrew McCarthy del National Review Online, crede che “il libro sia ben fatto ed estremamente importante…accessibile e di veloce consultazione”. 

Stavolta la verità non può essere nel mezzo. C’è chi crede (come ad esempio Fareed  Zakaria) che gli estremisti islamici e i terroristi siano soltanto una piccola percentuale degli 1,3 miliardi di musulmani esistenti al mondo, e che la strategia del terrore sia una risposta (eccessivamente violenta) alle politiche dei paesi capitalisti (ergo, occidentali). Ma, allora, si chiede Spencer: perché altri popoli – ugualmente sottoposti al “dominio” dei paesi capitalisti e magari anche più poveri dei musulmani – non ricorrono al terrorismo per difendere le loro necessità? Secondo l’autore di questa guida la risposta è semplice: la violenza è insita nella religione islamica e nel Corano stesso. A supporto di questa tesi, Spencer ha riempito il suo libro di mini-paragrafi intitolati “Maometto Versus Gesù” in ognuno dei quali si paragonano le frasi dei due profeti. Ne viene fuori ogni volta un ritratto imbarazzante dell’Islam, esempio:

“Amate invece i vostri nemici, fate loro del bene e prestate senza sperarne nulla, il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi” Gesù, Luca 6,35.

“I credenti non si alleino con i miscredenti preferendoli ai fedeli, chi fa ciò contraddice la religione di Allah. A meno che temiate qualche male da parte loro. Allah vi mette in guardia nei loro confronti”. Corano III, 28.

Il Corano stesso sarebbe quindi, nella visione di Spencer, un libro che incita alla violenza. Il libro sacro dei musulmani ordina in effetti ai credenti di muovere guerra agli ebrei (questi ultimi particolarmente odiati) e ai cristiani.

Spencer non cerca soltanto di combattere una battaglia ideologica. Il suo libro, infatti, dovrebbe servire a uno scopo pratico come lui stesso asserisce: “Sto invocando una guerra tra la cristianità e l’Islam? Non di certo. Ciò che chiedo è un generale riconoscimento del fatto che siamo già coinvolti in uno scontro tra due concezioni di governo e di organizzazione sociale totalmente diverse e che in questa lotta l’Occidente non ha niente di cui scusarsi e molto da difendere”.

D’altronde l’Europa occidentale inizia a “islamizzarsi”, si sta lentamente trasformando nell’ibrido culturale teorizzato dal libro di Bat Ye’or, “Eurabia”. Si tratta di un mondo in cui i “dhimmi” (gli infedeli-inferiori secondo la dicitura islamica) dovranno finalmente sottomettersi alla Sharia, o legge islamica. 

Dal punto di vista dell’identità culturale e della difesa dei valori, il vecchio continente ha regredito invece di progredire.  La battaglia di Vienna, iniziata l’11 settembre (!) del 1683, durante la quale le truppe austro-polacco-tedesche del Re Sobierski riuscirono a sconfiggere l’esercito ottomano comandato dal Gran Visir Mustapha Pascià, rappresenta l’epilogo vittorioso della strenua difesa che gli europei del tempo misero in atto contro i turchi.  Non si trattò soltanto di una vittoria militare: ciò che la Lega Santa conseguì a Kahlenberg simboleggia anche e soprattutto un arrocco riuscito ai danni del potentissimo impero dei sultani ottomani che volevano conquistare l’Europa e renderla soggetta alla religione musulmana.

Se l’assedio di Vienna si fosse concluso a favore degli ottomani, l’Europa avrebbe ora un’anima culturale ben diversa, lontana dai valori giudaici cristiani che da sempre la caratterizzano. Noi tutti avremmo potuto essere i cittadini di un continente che ci considera dei paria, esseri inferiori e degni di vivere soltanto nella misura in cui avremmo versato ai musulmani una tassa per la nostra infedeltà.

Ecco a cosa serve la lettura del libro di Robert Spencer, “Guida (politicamente scorretta) all’Islam e alle crociate”, sottotitolo “tutto ciò che sapete sull’Islam è falso”. Leggere il libro serve a farci tirare fuori la nostra testa da struzzi dalla terra per capire una realtà inconfutabile: il sogno millenario dell’Islam consiste nella conquista e nell’assoggettamento dell’Europa e dei suoi valori giudaico-cristiani. È il sogno dell’Islam, certo, non quello di un fantomatico “Islam Radicale”, neologismo ridondante tanto quanto lo sarebbe un “cristianesimo cristiano”. L’islam è di per se stesso radicale.  

Questa guida “politicamente scorretta” punta il dito contro quegli europei che hanno fatto del relativismo culturale una bandiera, pronti ad accusare di etnocentrismo i cristiani e gli ebrei e a rivangare secoli di storia trascorsa in cui gli eserciti europei combattevano in Terra Santa contro i saraceni. Gli stessi europei “pentiti” che “vedono la pagliuzza nell’occhio del vicino ma non la trave nel loro”. Questa gente, secondo Spencer, difende i propri carnefici senza nemmeno accorgersene.

In questo contesto non ci interessa sottolineare per l’ennesima volta che sotto l’influenza della Sharia, le donne sono considerati esseri inferiori (“Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre” Corano IV, 34).  Consideriamo soltanto quello che Alexis De Tocqueville scrisse in merito all’Islam: “Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l’uomo di quella di Maometto. A quanto vedo l’Islam è la causa principale della decadenza oggi così evidente nel mondo musulmano, e benché sia meno assurdo del politeismo degli antichi le sue tendenze sociali e politiche sono secondo me più pericolose. Per questo, rispetto al paganesimo, considero l’Islam una forma di decadenza anziché una forma di progresso”.

Non c’è molto da aggiungere: i terroristi attuali si rifanno spesso alle scritture sacre, gli stessi attentatori suicidi si fanno esplodere per poter accedere al paradiso musulmano in cui saranno circondati da vergini e potranno abbeverarsi ai fiumi di vino. Il libro di Spencer ci auguriamo sia letto da chiunque ha avuto la malsana idea di togliere i crocefissi dalle aule scolastiche perché offensivi nei confronti delle altre fedi e da tutti quei legislatori che stanno consentendo ai musulmani di conquistare quello che un tempo era considerato il baluardo dei valori europei. La stessa Inghilterra, infatti, che un tempo resistette ai blitzkrieg aerei dei nazisti, ora sta velocemente soccombendo all’invasione “pacifica” dei musulmani, incoraggiata dalle sconclusionate leggi ispirate dal (dis)valore che sta uccidendo la nostra identità: il multiculturalismo.