Una lettera dell’ex presidente dell’Inaf a cui volentieri rispondiamo

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Una lettera dell’ex presidente dell’Inaf a cui volentieri rispondiamo

27 Gennaio 2010

 

Egregio Direttore,

il 21 gennaio u.s. il suo giornale ha pubblicato l’articolo "Sprechi, inefficienza ed altre chicche dell’Istituto Nazionale di Astrofisica" a firma di Kopernicus (povero Copernico!). Nascondersi dietro uno pseudonimo di per se’ qualifica in senso negativo la persona e mi meraviglia che il suo giornale possa accettare questa prassi. Chiaramente lo scopo dell’articolo, per motivi che non conosco, e’ stato quello di gettare fango sull’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), a cominciare dal titolo,  ma non solo. Infatti l’incipit dell’articolo propala un’immagine di una ricerca astrofisica italiana condotta da incompetenti. Ma il coraggioso autore dimentica di scrivere che l’unica indagine sulla qualita’ della ricerca italiana svolta dal Ministero, notoriamente quella del CIVR per il triennio 2001- 03, ha visto al primo posto l’INAF, in netto vantaggio anche rispetto a prestigiosi enti come l’INFN. Potrei dilungarmi sui vari aspetti toccati dall’anonimo autore, sovente e credo volutamente inesatti e/o superficiali, ma c’e’ un punto che mi riguarda nella parte iniziale quando afferma “Purtroppo, il Presidente prescelto, di sinistra e vicino al governo in carica, si dimostrò non in grado di proporre un piano di sviluppo efficace né di ottenere un adeguato stanziamento di bilancio”. Tralascio la cortese valutazione sul mio operato espressa da cotanto senno, ma non posso accettare di essere colorato  politicamente, e quindi nella mia sfera privata, da una persona che non ha neppure il coraggio civile di apporre la propria firma. Del resto, quanto io fossi “vicino al governo in carica” lo dimostra il fatto che la mia nomina a primo presidente dell’INAF, per motivi mai chiariti, e’ avvenuta soltanto un anno dopo la legge istitutiva dell’Istituto (luglio 1999) e che il Ministro, dal quale mi ero recato per un doveroso ringraziamento per la fiducia accordatami, mi ha accolto con un “Caro professore, sembra proprio che tutti gli astronomi vogliano lei”, una frase che a distanza di anni mi e’ rimasta impressa per il suo possibile duplice significato. Potra’ sembrare strano, ma nella mia oramai lunga attivita’ non ho mai ottenuto ne’ tantomeno cercato particolari attenzioni politiche perche’, ingenuamente, credo che la ricerca scientifica rappresenti un valore per la societa’, indipendentemente dai variegati colori dei governi che si susseguono sulla scena politica. Ed e’ per questo che mal sopporto certe allusioni cialtrone, specialmente se fatte in incognito.

La ringrazio per l’attenzione

Giancarlo Setti

P.S. – Il mio CV e’ rintracciabile sul sito del Dipartimento di Astronomia  dell’Universita’ di Bologna

 

Caro Professore,

 

la ringrazio della sua lettera e mi affretto a risponderle. Innanzitutto vorrei ricordare che l’utilizzo di pseudonimi ha una lunga e illustre tradizione nel giornalismo, anche quello più illustre e paludato. Figuriamoci se un piccolo giornale pirata, senza carta e senza edicole, come il nostro può farsi scrupolo nel farvi all’occorrenza ricorso. In questi casi è ovvio che la responsabilità dello scritto si riversa dall’autore – che può avere mille motivi per restare anonimo – al direttore, quando questi, come nel nostro caso, riponga piena fiducia in chi scrive.

Perdipiù  il nostro articolo riprendeva il tema di un articolo comparso alcuni giorni prima su La Repubblica che toccava gli stessi argomenti senza però approfondirli: il nostro compito è stato quello di integrare quanto già scritto portando ulteriori dati, senza nulla inventare, come la Sua lettera mi sembra riconoscere.

La critica contenuta nei due articoli in questione verte sulle modalità operative e gestionali dell’INAF e non sulla ricerca astrofisica italiana, visto che quello che è riportato è la decrescita dei fondi messi a disposizione dell’Istituto senza che nessuno dei tre presidenti succedutisi siano stati in grado di fermarla o abbiano avuto la forza di presentare le loro dimissioni di fronte a questa sconfitta. Questo si che sarebbe stato un atto forte nei confronti del Ministero vigilante che, forse, avrebbe anche potuto rivedere le proprie scelte di fronte a tale denuncia pubblica.

Per quanto concerne la questione della sua “coloritura politica” vorrei farle presente che è un fatto noto nell’ambiente scientifico e fuori quali siano le sue propensioni politiche, né questo va a suo disdoro visto che ognuno ha diritto di pensare come crede.  Fatti salvi suoi eventuali ripensamenti al riguardo, allo stato non appare traccia di suoi cambiamenti.

Peraltro, va notato che è una cosa ovvia che un Governo, anche nel campo scientifico, scelga persone a sé vicine per realizzare scelte politiche: lei è stato nominato dal Governo D’Alema, essendo Sottosegretario alla Ricerca, se non vado errato, l’On. Cuffaro; entrambi non credo possano essere definiti uomini di centrodestra.

Credo anche di ricordare che lei abbia fatto parte del GruppoConsulta della Ricerca, o come lo vogliamo definire, creato durante il periodo nel quale era Ministro pro-tempore l’On.le Mussi.

Non posso credere che anche in questo caso la sua partecipazione fosse asettica visto che non risulta, cosa giusta e ovvia, ci fossero nello stesso gruppo scienziati con opinioni politiche di centro-destra.

Ricordo ancora che, veda lei per quali motivi, nonostante lei fosse il Presidente uscente, all’atto della applicazione della riforma Moratti degli enti di ricerca nel 2003, il nuovo Governo in carica non ritenne di confermarla nel ruolo di Commissario dell’INAF ma scelse, piuttosto, un altro suo collega.

Mentre non è compito di un giornale esprimere valutazioni scientifiche su chicchessia, visto che non ne ha le competenze, un giornale può e deve fare delle valutazioni politiche sull’efficienza e la managerialità di chi è chiamato a gestire un Ente: i risultati dell’INAF in termini organizzativi-gestionali non sono dei migliori e sono andati peggiorando col tempo sino ad arrivare a quanto succede in questi giorni.

Che le critiche al riguardo provengano poi, in maniera del tutto indipendente, da due giornali di estrazione completamente differente dovrebbe fare riflettere e fare accettare con serenità eventuali mancanze, soprattutto se determinatesi ( e ne sarei sicuro) in assoluta buona fede.

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Molti cordiali saluti,

Giancarlo Loquenzi