Una moratoria contro i radicali

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Una moratoria contro i radicali

31 Maggio 2008

Maurizio Ferrera, sul ‘Corriere della Sera’, ha auspicato un futuro politico per Emma Bonino, pur dopo la vittoria del PDL. Forse la memoria m’inganna o è colpevolmente lacunosa, ma i radicali non sono stati (assieme allo SDI di Borselli) i più fedeli pretoriani di Prodi ovvero del peggiore governo della storia dell’Italia postfascista? E non è forse vero che nessuno li ha sentiti criticare—o prendere le distanze da– quelle <misure di liberalizzazione> del centro-sinistra che hanno suscitato l’indignazione non solo di un autentico liberale come Piero Ostellino ma anche di altri studiosi, sociologi ed economisti, della sinistra liberaldemocratica? Forse a Ferrera è bastato che, in fatto di pacs, i radicali sostenessero (pur con qualche cautela) anche per l’Italia una linea zapaterista o forse, anche lui è vittima di quella sindrome reducista—intramontabile in Italia, dal Risorgimento alla Resistenza—che mal si rassegna a vedere in pensione quanti, in passato, hanno acquisito qualche benemerenza patriottica. Si tranquillizzi, comunque, l’amico Ferrera: da noi non si è mai gettato via nulla. Un periodo non breve di quarantena potrebbe servire alla Bonino per guarire dalla sua smisurata presunzione e a Pannella per uscir (finalmente) di scena con un po’ di dignità.

 

Dino Cofrancesco