Una mostra per celebrare il Presidente liberale
25 Maggio 2008
In occasione del sessantesimo anniversario dell’elezione di Luigi Einaudi a Presidente della Repubblica il Quirinale celebra, con una mostra dedicata alla sua figura pubblica e privata, l’esempio politico ed istituzionale del primo Presidente ad aver portato a termine il mandato settennale alla guida del Paese.
L’esposizione, che sarà ospitata nella residenza del Capo dello Stato fino al 6 Luglio, è promossa dalle due Fondazioni Einaudi di Roma e Torino, in collaborazione con la Presidenza della Repubblica e la Banca d’Italia e con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
La mostra, curata da Roberto Einaudi, ripercorre le tappe della carriera politica ed istituzionale di Luigi Einaudi, ma anche la sua vicenda umana di intellettuale e studioso. Opere d’arte, fotografie, testimonianze e oggetti quotidiani provenienti dagli Archivi dello Stato, e dalle due Fondazioni che portano il suo nome, documentano le fasi della sua vita di giornalista e di raffinato collezionista di libri rari. Il percorso della mostra si articola in più sezioni affidate a studiosi coordinati dal Prof. Luigi Ciocca: dall’infanzia alla Prima Guerra Mondiale, gli anni oscuri del fascismo e della guerra, la proposta einaudiana per L’Europa, la Consulta e la Costituente, la ricostruzione economica come Governatore della Banca d’Italia, fino alla Presidenza della Repubblica.
L’allestimento propone, oltre alla cospicua serie di documenti personali e pubblici, anche la ricostruzione dei tre studi nei quali Luigi Einaudi condusse le sue attività intellettuali e politiche: lo studio alla Banca d’Italia, dove progettò la stabilizzazione della lira, lo studio al Quirinale e lo studio Scala di San Giacomo, che fu luogo prediletto di appartata riflessione. Negli ambienti riprodotti, oggetti, arredi e sculture originali permettono di inquadrare ed approfondire la personalità privata ma anche pubblica di Einaudi, che può essere annoverato, secondo le parole dello stesso Napolitano, tra i precursori dell’ideologia europeista e tra i maestri del pensiero federalista come strumento di stabilizzazione economia e di espansione dei mercati.
Luigi Einaudi fu un uomo dalla personalità poliedrica: economista liberale, già professore all’Università Bocconi di Milano, viene nominato rettore dell’Università di Torino all’indomani della caduta del fascismo. Giornalista prima de "La Stampa" e poi del "Corriere della Sera", corrispondente per "The Economist", fu inoltre direttore di riviste scientifiche come la "Riforma Sociale", e la "Rivista di Storia Economica", poi ancora Governatore della Banca d’Italia dal 1945 al 1948. Nel IV Governo De Gasperi (1947-1948) è Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Finanze e del Tesoro e successivamente (1947), Ministro del Bilancio (conservando l’incarico di Vice Presidente). Viene infine eletto Presidente della Repubblica l’11 Maggio 1948, portando a termine il mandato nel 1955. Bibliofilo raffinatissimo, collezionò più di 70.000 volumi di tema storico e sociale, presso la sua tenuta di San Giacomo a Dogliani, acquistata all’età di 23 anni indebitandosi.
L’esposizione, ospitata dal Quirinale, nasce dalla volontà di rendere memoria, anche e soprattutto presso i giovani, del rigore morale e dell’impegno civile di questo grande statista, che fu uomo politico dentro e fuori il Parlamento, europeista ante litteram, fervido sostenitore di un liberalismo sorretto da un nobile e profondo senso dello Stato. Un liberalismo attivo, democratico nel quale libertà civili ed economiche potessero esaltarsi reciprocamente.
Ed è sulla modernità del pensiero einaudiano che la mostra vuole porre l’accento, mettendo a disposizione dei visitatori la numerosa serie di scritti che il Presidente Einaudi dedicò a temi fondamentali quali la crisi dello Stato Sovrano, l’organizzazione dello Stato Federale, e la necessità della Federazione Europea. Per Einaudi, il liberalismo deve svilupparsi concretamente in tutti gli aspetti della vita politica, sociale ed economica di un uomo.
Nel pensiero einaudiano il liberismo non è semplice economicismo. Rifacendosi ai classici anglosassoni del pensiero liberale (Stuart Mill e Locke su tutti), Einaudi esalta l’individualità, la libertà d’iniziativa, il pragmatismo. Forte sarà il suo impegno intellettuale nel rinnovare il pensiero liberale in Italia, contro ogni regime statalista e protezionista che avrebbe, a suo parere, condotto inevitabilmente il Paese alla stagnazione.
Nei suoi numerosi scritti e discorsi emerge con vigore l’idea che l’individuo possa perfezionarsi soltanto se libero di realizzarsi come meglio crede, per questo il pensiero liberale doveva essere chiamato ad educare gli uomini all’autorealizzazione.
Di Luigi Einaudi si celebrano con questa mostra l’austerità morale, l’attaccamento alle origini e allo stesso tempo l’avanguardia delle riflessioni in campo economico e sociale che ne fanno una figura di riferimento istituzionale ed umana e un esempio di accorato impegno politico.