Ungheria, il nazista Csatary processato a 98 anni. Giustizia inesorabile
18 Giugno 2013
di redazione
Laszlo Csatary, una delle primule rosse del nazismo, ricercato in mezzo mondo, è stato ufficialmente incriminato dal Tribunale di Budapest per la morte di 15.000 ebrei deportati nel campi di sterminio tedeschi in Ucraina. Era fuggito in Canada dopo la guerra con una falsa identità jugoslava e facendo il mercante d’arte ma venne ritrovato lo scorso anno in Ungheria grazie alle indagini del Simon Wiesenthal Center, dopo che nel ’97 le autorità canadesi gli avevano revocato la cittadinanza concessa negli anni Cinquanta. Oggi 98enne, Laszlo all’epoca era il comandante della Polizia di Kassa, in Ungheria, oggi Kosice (Slovacchia). Si diede molto da fare nello sterminio nazista, torture, esecuzioni, gesti di scellerata malvagità e vigliaccheria operati nei campi di lavoro ungheresi. Secondo l’accusa, Csatary brutalizzò anche la popolazione di Kassa. La procura di Budapest ha annunciato quindi di aver depositato l’incriminazione dell’ex poliziotto presso il Tribunale di Budapest per crimini di guerra, all’interno della inchiesta penale contro il criminale di guerra nazista. Secondo Laszlo Karsai, storico e figlio di uno dei sopravvissuti all’Olocausto, "Csatary era un pesce piccolo. Potrei fare i nomi di almeno 2.000 responsabili di crimini peggiori di quelli che ha commesso lui. Il denaro speso per trovare persone come lui sarebbe meglio utilizzato se lo si investisse per battersi contro la propaganda negazionista contro l’Olocausto".