Unicredit, c’è ipotesi cessione. Milano accelera
20 Maggio 2016
Analisti e operatori si interrogano sulle ipotetiche mosse di UniCredit: dalle cessioni di quote in FinecoBank, nella turca Yapi Kredi e nella polacca Pekao, anche in alternativa all’aumento di capitale.
Sul possibile ricambio ai vertici di Unicredit, si è espresso il vicepresidente, Luca Cordero di Montezemolo: «Non dico niente. C’è troppa gente che parla troppo e che parla a sproposito non facendo del bene alla banca. Siccome io non condivido tutte queste fughe di notizie, non ho niente da dire».
Nei confronti dell’attuale Ceo del gruppo c’è la stima degli azionisti e il desiderio di evitare fratture, visto anche un impegno che perdura dal 2010. Per questo dietro le quinte si starebbe lavorando a un accordo che soddisfi entrambe le parti.
Allo stesso tempo UniCredit prosegue nell’implementazione del piano aziendale. Un fronte su cui la banca si muove in maniera «ossessiva» ha detto ieri il vice direttore generale dell’istituto Paolo Fiorentino, che poi ha aggiunto: «Abbiamo il dovere professionale di tenere la barra dritta», ha detto Fiorentino. «Gli obiettivi non cambiano, anzi in qualche modo dobbiamo essere capaci di trasmettere entusiasmo ed essere ambiziosi». E a chi chiedeva se fosse tranquillo, Fiorentino ha risposto che «le battaglie al di fuori di mondi operativi non ci devono interessare e soprattutto non ci devono distrarre» ha detto Fiorentino, aggiungendo che alcuni obiettivi, risparmi e sulla chiusura delle filiali, potrebbero essere anche superati. «Faremo meglio del target al 2018 sul risparmio netto dei costi del gruppo che era di 800 milioni».
Migliora, comunque, ancora l’andamento di Piazza Affari (Ftse Mib +1,6%) che si muove sostanzialmente in linea con gli altri listini europei, sostenuti soprattutto dai titoli delle materie prime, dell’energia e bancari.
Bisogna anche considerare che gli attuali livelli di prezzo depressi si tradurrebbero in effetti diluitivi indesiderati per gli azionisti e che la vendita di ulteriori quote di controllo di migliore qualità avrebbe sì un impatto positivo immediato sul capitale di Unicredit, ma con un impatto negativo sugli utili nel medio/lungo termine, avverrebbe infatti in una fase di prezzi molto bassi, per esempio attualmente FinecoBank è scambiata a prezzi del 16% sotto il suo picco.
In attesa di novità, Equita stamani ha confermato il rating hold e il target price a 4,9 euro sul titolo Unicredit come Banca Imi (target price in revisione) e Mediobanca Securities (neutral e target price a 4,10 euro), invece Icbpi buy con un prezzo obiettivo a 5,60 euro.