Unione bancaria, Saccomanni va difeso in Europa

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Unione bancaria, Saccomanni va difeso in Europa

18 Dicembre 2013

In questi giorni si sta combattendo un’altra battaglia campale a livello UE/BCE e, mentre i giornali parlano a titoli cubitali della Web Tax, rischia di passare in secondo piano un’altra novità UE che a seconda di come sarà realizzata migliorerà o peggiorerà sensibilmente la nostra situazione economica. In sintesi estrema l’unione bancaria UE prevede un meccanismo progressivo che in 10 anni porterà le principali banche europee sotto il controllo della BCE. Il nodo del contendere è incentrato sul fondo che deve intervenire per salvare le banche in caso di crisi.

Come riportato dal Wall Street Journal: Saccomanni sottolinea che durante la fase di transizione di 10 anni, in cui dovrà essere gradualmente costituito il Fondo unico europeo di risoluzione da 55 miliardi di euro (finanziato dalle stesse banche, attraverso la mutualizzazione crescente, per il 10% all’anno, dei fondi nazionali) sarà necessario rendere operativo un "paracadute finanziario" ("backstop") comune, "in combinazione con i paracaduti finanziari nazionali", che dovrà contribuire ai costi della risoluzione "senza condizionalità".

La Germania è contraria a questo dispositivo, e continua a sostenere che nella fase di transizione, in caso di crisi e di insufficienza dei fondi di risoluzione accantonati a livello nazionale, siano i singoli Stati, e non un "backstop comune", a dover intervenire finanziariamente per la risoluzione delle banche sul loro territorio. Su queste pagine ho sensibilizzato spesso sull’importanza del sistema bancario per riportare lo sviluppo in Italia. La nostra classe politica dovrebbe capire che, se il nostro sistema bancario non è messo nelle condizioni di funzionare al meglio, la stretta creditizia ucciderà progressivamente il sistema imprenditoriale e soffocherà le imprese italiane. 

Nelle stanze di Bruxelles e della BCE a Francoforte (BCE)  si combattono continuamente battaglie che hanno una ricaduta maggiore sugli italiani di dieci Imu sulla prima casa, ma non se ne parla abbastanza e soprattutto non si difendono in maniera bipartisan i ministri e funzionari che le combattono. Tre esempi per evidenziare ancora l’importanza di non far prevalere gli interessi tedeschi:

1)    Dal 2009 al 2013 la Germania ha ricapitalizzato le proprie banche con fondi pubblici per 259 Miliardi di Euro (circa il 10% del PIL tedesco, salvando alcuni giganti dalla bancarotta), l’Italia è intervenuta soltanto con 15 MLD. Per permettere a Germania e Inghilterra di salvare il loro sistema bancario la UE ha abolito la legge sul divieto di aiuti di stato alle banche. L’Italia ha accettato un sostanziale cambiamento delle Regole UE senza avere nulla in cambio. Così la Germania ha potuto ricapitalizzare il suo sistema bancario e adesso lo usa per far credito a buon mercato alle proprie imprese. Lo dice la Direzione Generale della Concorrenza della Commissione Ue;

2)    Jens Weidmann, Presidente Bundesbank e membro del direttivo della BCE ha recentemente invitatoa predisporre un regolamento per  le banche per ridurre i quantitativi di bond nazionali detenuti come riserva. Una regola che sarebbe terribile per le banche italiane e spagnole 

3)  La Germania vuole fare una Unione Bancaria ma far pagare tutto agli stati membri. In parole semplici, vuole controllare tutto, determinare le regole, ed avere i benefici, senza che la UE e soprattutto la Germania abbia alcun onere.

Tutto questo non fa che dimostrare che le battaglie per il nostro futuro economico si combattono a Bruxelles, che l’Italia ha per troppo tempo sottovalutato l’impatto delle politiche UE sulla propria economia, e per questo la politica italiana ha quasi sempre lasciato ai tecnici il compito di negoziare con UE/BCE. Bisogna che la politica metta sotto la lente di ingrandimento le politiche UE e le azioni della BCE e lo faccia con continuità.

Sarebbe opportuno, da questo punto di vista, che si creasse un gruppo di lavoro permanente composto da parlamentari e esperti di economia che possa analizzare tempestivamente ciò che accade a Bruxelles e proporre poi strategie mirate ad affermare l’interesse nazionale. Inglesi e tedeschi lo fanno da anni. Nel frattempo il Governo dia tutto l’appoggio a Saccomanni e se necessario utilizzi il suo potere di veto.