Unioni Civili: 40 senatori presentano ricorso a Consulta
04 Febbraio 2016
di redazione
La Corte costituzionale intervenga perché durante la discussione del ddl Cirinnà in commissione Giustizia e nell’aula del Senato è stata "evidente la violazione delle essenziali funzioni e prerogative proprie di ciascun parlamentare". E’ quanto si legge nel ricorso alla Consulta firmato da quaranta senatori di centrodestra. Promosso dai parlamentari di Idea Quagliariello, Augello, Compagna, Giovanardi, Roccella e da Mario Mauro (Popolari per l’Italia), il ricorso per conflitto di attribuzione alla Corte costituzionale è stato sottoscritto da quaranta membri di palazzo Madama. Tra loro tanti leghisti ed eletti di Forza Italia. A loro avviso l’iter del ddl Cirinnà ha violato l’articolo 72 della Costituzione, secondo cui ogni disegno di legge deve essere esaminato prima in commissione e poi in aula. Secondo i ricorrenti non c’è stata alcuna discussione in commissione del provvedimento, e quindi a loro è stato impedito di svolgere il ruolo di senatori. Tante le critiche verso il presidente del Senato Pietro Grasso. Dopo aver ricordato come Grasso sia stato "eletto dal Pd e dal M5s", Quagliariello dice: "Un arbitro ha ancora di più il dovere di tutelare chi non lo ha eletto perché’ deve ricordarsi di essere il presidente di tutti. Credo che si faccia ancora in tempo a evitare che quanto può avvenire in maniera limpida, invece, si confonda in un iter parlamentare quanto mai incerto. C’è ancora la possibilità di rimandare la legge in commissione e sanare questo vulnus". Giovanardi parla di "un metodo totalmente lesivo dei diritti dei parlamentari. Una cosa di una gravità da un punto di vista istituzionale e democratico enorme".