Unioni Civili, Area Popolare: DDL incostituzionale, abbiamo votato contro in commissione

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Unioni Civili, Area Popolare: DDL incostituzionale, abbiamo votato contro in commissione

Unioni Civili, Area Popolare: DDL incostituzionale, abbiamo votato contro in commissione

12 Maggio 2015

Area Popolare, attraverso il voto negativo dei suoi tre rappresentanti in Commissione Affari Costituzionali al Senato, Gaetano Quagliariello, Andrea Augello e Salvatore Torrisi, oggi si è schierata contro il parere di costituzionalità sul ddl Cirinnà sulle unioni civili. "Abbiamo votato contro il parere di costituzionalità," spiega Quagliariello, coordinatore Ncd, che in commissione ha pronunciato la dichiarazione di voto a nome di Area Popolare, "perché la proposta Cirinnà, in particolare il Titolo I, richiama gli articoli del codice civile che riguardano il matrimonio e quindi si pone in aperto contrasto con le sentenze della Corte Costituzionale del 2010 e del 2014 che pur invitando a una regolamentazione delle unioni di fatto ne prescrivono l’assoluta differenziazione rispetto all’istituzione del matrimonio. Limitarsi a espungere il nome del matrimonio quando se ne ricalca la disciplina giuridica è una inutile, ipocrita e pericolosa operazione di maquillage. Come la giurisprudenza comunitaria ha ampiamente stabilito, infatti, non si tratta di un problema nominalistico. Le unioni possono anche chiamarsi in un altro modo, ma se la sostanza giuridica è quella del matrimonio ne consegue che adozioni e pensioni di reversibilità sono come le intendenze di Napoleone: inevitabilmente seguiranno. Tutto ciò, oltre a contrastare apertamente con l’articolo 29 della Costituzione" afferma ancora Quagliariello "rappresenta un esercizio di rara ipocrisia, al punto che privatamente alcuni esponenti della maggioranza favorevoli ai matrimoni gay mi hanno dato ragione sostenendo che a fronte di una legge di questo tipo bisognerebbe uscire dalla finzione e parlare apertamente di matrimonio. Per quanto ci riguarda ribadiamo la laica disponibilità ad accettare il Titolo II della legge fino all’articolo 16, e cioè la statuizione dei diritti individuali, e riteniamo che lo Stato non debba entrare nella regolamentazione di rapporti di valenza sessuale ad eccezione," conclude, "del matrimonio tra uomo e donna".