Unioni civili, cos’è “affido rafforzato”

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Unioni civili, cos’è “affido rafforzato”

19 Ottobre 2015

Il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili esclude le adozioni gay ma apre alla cosiddetta "stepchild adoption" per le unioni civili tra persone dello stesso sesso, cioè alla adozione del bambino che è già riconosciuto come figlio di uno solo dei due partner. Il rischio più volte denunciato è che la stepchild adoption apra le porte all’utero in affitto anche per le coppie gay.

 

Sul tema delle adozioni gay, il Governo sembra orientato a lasciare "libertà di coscienza" al momento del voto del provvedimento dopo la discussione in aula. Un sondaggio reso noto nei giorni scorsi da Eurispes, mostra che la maggioranza degli italiani sarebbe nettamente contraria a questo tipo di adozioni. Ma è evidente come il Pd, che sostiene il ddl Cirinnà e si è detto pronto per bocca del ministro Boschi a cercare maggioranze alternative in parlamento pur di far passare la legge, voglia comunque garantire la genitorialità alle coppie omosessuali.

 

La quadratura del cerchio potrebbe arrivare con il cosiddetto "affido rafforzato", che potrebbe essere approvato dalla maggioranza con voto segreto. Ma cos’è l’affido rafforzato? Abbiamo provato a spiegarlo oggi sull’Occidentale. Si tratta di un istituto del tutto diverso dalla adozione, nato per dare un supporto temporaneo (max due anni, ma prolungabile) ai minori con famiglie in difficoltà, un supporto finalizzato al loro rientro nella famiglia di origine. Un percorso di affido coinvolge in primis i servizi sociali, che affiancano, oltre alle famiglie di origine, anche gli affidatari i quali, per questo, ricevono un sostegno economico dal comune di residenza.

 

Prolungare l’affido per più di due anni è una situazione che, di solito, si cerca di evitare: non c’è niente di peggio, per la crescita equilibrata di un bambino, dell’incertezza della propria collocazione familiare. Così, quando non è possibile il rientro in famiglia, si cerca di passare all’adozione (il concetto di “continuità affettiva”). Se la famiglia di origine non può più farsi carico del figlio, dall’affido si passa alla adozione. Se torniamo alla discussione sulle unioni civili e sulla stepchild adoption, dunque, usare l’espressione “affido rafforzato” è una contraddizione in termini, o meglio, una bugia: si usa una condizione per definizione temporanea – come è l’affido – per un tipo di filiazione che si sa essere definitivo, sapendo già che il minore non tornerà mai nella famiglia di origine.

 

Questo vale in particolare per pratiche come l’utero in affitto: per i nati da utero in affitto è impossibile “tornare” da una madre cancellata, che ha ceduto i propri diritti materni a seguito di un contratto. L’affido rafforzato è quindi solo un altro modo per dare la genitorialità alle coppie omosessuali, legittimando ancora una volta pratiche come l’utero in affitto.