Unioni civili: ddl slitta, No dei magistrati e Family Day
14 Gennaio 2016
di redazione
Il ddl Cirinnà sulle unioni civili sarà in aula in Senato il 28 gennaio, lo ha deciso ieri la capigruppo di Palazzo Madama. Ieri giornata di riunioni dei partiti e incontri nel Pd per fare il punto in particolare su temi controversi come stepchild adoption e utero in affitto. "State certi che spunterà qualche altra cosa," attacca la presidente dei senatori di Sel, Lorendana De Patris, parlando della modifica alla calendarizzazione in aula del ddl, una "grave forzatura" fatta dalla maggioranza. "Si tratta di un evidente mercimonio di voti, un voto di scambio con cui la maggioranza intende assicurarsi i 161 voti necessari per l’approvazione delle riforme", aggiuge.
I renziani riuniti da Andrea Marcucci, con la relatrice della legge, Monica Cirinnà, e con alcuni dei senatori che hanno firmato l’emendamento sull’affido rafforzato, come Stefano Lepri e Rosa Maria Di Giorgi, provano a definire il quadro della discussione dentro il partito, la linea è quella della "libertà di coscienza", in particolare su un tema che divide i democrats come la "stepchild adoption". "Sulla stepchild, se non ci saranno novità nei prossimi giorni, andremo tranquillamente al confronto in aula, con libertà di coscienza e rispetto reciproco, senza mai dimenticare che il Pd vuole le unioni civili e non ammette ulteriori dilazioni o meline", dice Marcucci.
"L’ipotesi dello stralcio sulla stepchild" dal ddl Cirinnà, dice la senatrice Pd Emma Fattorini, "sta crescendo, trasversalmente in Parlamento, ma anche fuori di qui. Vedi l’intervista di ieri a Cesare Mirabelli e anche quella di oggi a monsignor Galatino, se posso permettermi un’interpretazione, va nello stesso senso. C’è un problema vero sulle adozioni, anche di tipo costituzionale", ma i cattolici del Pd si concentrano sugli emendamenti, "Pochi e mirati, come ci ha chiesto Zanda. Da parte nostra non c’è alcun intento ostruzionistico". 30 senatori cattolici del Pd che hanno sottoscritto l’emendamento sull’affido rafforzato, che in realtà è solo un modo per aggirare l’eventuale divieto delle adozioni gay.
Riunione dei gruppi parlamentari sulle unioni civili anche per Forza Italia, che mette uno stop netto alle adozioni gay: "sono molto contento per la decisione chiara e convinta emersa dall’incontro dei gruppi parlamentari di Forza Italia, nettamente e con ampie motivazioni contrari alla proposta Cirinnà," dice alla fine il senatore Gasparri. "Una scelta fatta con un libero dibattito. Grazie a Berlusconi per il metodo praticato. Un confronto di merito che ha fatto emergere una motivata contrarieta’ ad adozioni gay e follie connesse". No alla stepchild anche dal senatore di Ala, Vincenzo D’anna, che intervenuto alla Zanzara spiega "bisogna dare loro la possibilita’ di una mutua assistenza, bisogna dargli i diritti e i doveri della coppia. Ma questo tipo di normativa non può esser parificata al matrimonio tradizionale". "Sono contrario alle adozioni dei figli preesistenti alla coppia. In aula non la voterei, sono contrario all’utero in affitto, i figli si concepiscono non si fabbricano".
Intato, arriva l’appello per il No alla legge sulle unioni civili sottoscritto da un gruppo composta da magistrati, avvocati, docenti universitari di materie giuridiche, notai, partito dal "Centro studi Livatino": "Nelle prime 24 ore sono pervenute già oltre cento adesioni all’appello, aperto dal prof. Mauro Ronco, ordinario di diritto penale all’Universita’ di Padova e presidente del Centro studi Livatino. Fra esse, quelle del giudice costituzionale emerito Paolo Maddalena, di docenti universitari come Mauro Paladini, Filippo Vari, di magistrati come Mario Cicala, Giacomo Rocchi, Domenico Airoma, Alfredo Mantovano, di avvocati esperti in diritto di famiglia come Anna Maria Panfili".
L’appello sottolinea "la sovrapposizione, contenuta nel ddl, del regime matrimoniale a quello delle unioni civili, la cui sostanza fa parlare a pieno titolo di ‘matrimonio’ gay; il danno per il bambino derivante dall’adozione gay, con la eliminazione di una delle figure di genitore e la duplicazione dell’altra; la circostanza che si giungerebbe direttamente alla legittimazione dell’utero in affitto". "Col pretesto di ampliare il novero dei ‘diritti’ in realtà l’approvazione del ddl moltiplicherebbe mortificazione e danni, anzitutto alle donne e ai bambini". Così, l’appello auspica "un impegno del Legislatore e delle istituzioni per un rilancio effettivo della famiglia e perche’ non si proceda oltre nell’approvazione di leggi, come il ddl Cirinna’, ingiuste e incostituzionali".
Sempre ieri riunione di circa 60 parlamentari del Comitato ‘Per la famiglia’ con Massimo Gandolfini, presidente del Comitato ‘Difendiamo i nostri figli’ e tra i promotori del Family Day. All’incontro hanno partecipato il magistrato Alfredo Mantovano, esponenti di Ap, Lega, FI e Idea il nuovo movimento di Gaetano Quagliariello: a fine gennaio arriverà un nuovo Family Day, una marcia con arrivo a piazza San Giovanni.