Unioni civili, in Senato il problema non è l’ostruzionismo

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Unioni civili, in Senato il problema non è l’ostruzionismo

14 Febbraio 2016

Il capogruppo in Senato del Pd, Luigi Zanda, se la prende con chi fa ostruzionismo contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili, da martedì prossimo atteso al voto in parlamento. "C’è un pezzo del Senato che fa ostruzionismo e non vuole il ddl sulle unioni civili e sta facendo tutto quello che può perché il non venga approvato", dice Zanda. "Il Pd, invece, vuole la legge".

 

Con queste parole, Zanda replica al presunto ostruzionismo delle opposizioni. Ma una risposta secca a Zanda arriva sia dalle stesse forze fuori dalla maggioranza sia dai parlamentari del Pd che non si sono arresi al fatto che il Cirinnà passi così com’è. Il senatore Gaetano Quagliariello di Idea, ad esempio, ricorda su Twitter che "abbiamo presentati meno di 100 emendamenti e abbiamo già manifestato disponibilità a dimezzarli ulteriormente", contestando però il ‘supercanguro’ presentato dal renziano Marcucci.

 

Si riproporrebbe, secondo Quagliariello, "una situazione analoga a quella che si verifica quando il governo presenta un maxi-emendamento che ricalca il ddl in discussione e pone la questione di fiducia. Con l’aggravante che in genere il maxi-emendamento del governo assorbe il lavoro delle commissioni parlamentari, che in questo caso è stato invece impedito.

 

"Di fronte a una situazione del genere, che segnalerò formalmente al presidente Grasso, ci si troverebbe dunque di fronte non solo a una ulteriore violazione dell’articolo 72, ma anche a un voto di fiducia surrettizio che, con il voto favorevole dei Cinque Stelle e la contrarietà di Ncd, farebbe registrare un cambio di maggioranza". "Non sappiamo come potrebbe Ncd restare impassibile di fronte a uno scenario del genere," sottolinea Quagliariello, "e soprattutto non comprendiamo come possa il Movimento Cinque Stelle, indipendentemente dal giudizio sul ddl Cirinnà, accettare un così grave susseguirsi di strappi costituzionali e regolamentari il cui avallo renderebbe in futuro le regole carta straccia".

 

"Di qui il nostro appello," conclude Quagliariello rivolgendosi a M5S, "dividiamoci pure sui contenuti, ma difendiamo insieme il rispetto delle regole. Da parte nostra, garantita la regolarità dei lavori e la libertà di coscienza dei parlamentari, ribadiamo come già detto di esser pronti a non chiedere alcuno scrutinio segreto affinché in un quadro di legalità ogni parlamentare possa metterci la faccia e votare a viso aperto".

 

Una risposta a Zanda arriva anche dai cattoli del Pd: ”Bisogna superare lo stallo in corso sul ddl Unioni Civili. Da una parte il super emendamento a firma Marcucci che ripropone di fatto tutto il ddl Cirinnà e taglia anche gli emendamenti Pd. Dall’altra parte la minaccia della Lega che rischia di allungare i tempi oltre misura. Serve una terza via, non bisogna aprire la guerra degli emendamenti",  dichiarano in un comunicato congiunto i senatori del Pd Rosa Maria Di Giorgi e Stefano Lepri.

 

”Siamo al punto cruciale, già il confronto parlamentare è stato precluso in Commissione, ora non si faccia l’errore di impedirlo anche in Parlamento. Si tenga conto anche del patto tra gentiluomini votato all’unanimità nell’ultima Assemblea del Pd: il gruppo sarà unito nel voto finale, su qualsiasi testo che verrà fuori dal lavoro emendativo. Questo l’accordo preso alla luce del sole. Ora – concludono i parlamentari dem – non è possibile rimetterlo in discussione provocando un’impasse incomprensibile. Il confronto va aperto, non chiuso d’imperio”.