Unioni civili: Ncd balla sulla testa del Family Day

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Unioni civili: Ncd balla sulla testa del Family Day

25 Febbraio 2016

Il Senato ha dato la fiducia al Governo sul maxiemendamento al ddl Cirinnà sulle unioni civili. Dopo l’accordo di maggioranza raggiunto ieri nel pomeriggio, “accordo storico" per Renzi, che ha ricicciato l’hashtag #lavoltabuona. Ma in realtà l’accordo ha scontentato tutti.

 

Le opposizioni che lo giudicano incostituzionale, “un ogm”, “una truffa” bella e buona. I cattolici e i sostenitori del Family Day che non si accontentano certo della riverniciata ottenuta stralciando la stepchild. La sinistra del Pd sempre più sotto pressione con i movimenti LGBT che ieri sono riscesi in piazza per protestare. L’unico a brindare, racconta il Fatto Quotidiano, è stato il capogruppo di Area Popolare, Renato Schifani.

 

Schifani si dice “soddisfatto” perché, sul piano del teatrino della politica, Ncd ha dimostrato di contare qualcosa; “Area Popolare ha finalmente battuto un colpo”, commenta Casini,soddisfatto anche lui, ma la verità è che c’è poco da festeggiare: scendendo a Canossa con Renzi sulla fiducia, gli alfaniani hanno definitivamente perso contatto con il popolo del Family Day.

 

Di “durissima critica per i giochetti politici in corso”, infatti, ha parlato nei giorni scorsi Filippo Savarese, dopo la conferenza stampa in Senato del comitato promotore del Family Day. Il popolo del Circo Massimo, sostiene Savarese, “dice no a qualsiasi ipocrisia firmata Pd e Ncd”. E ancora: “Valuteremo e criticheremo con estremo rigore e pubblicità i loro comportamenti, anche e soprattutto in vista delle prossime elezioni amministrative e del referendum costituzionale di ottobre”.

 

Per il presidente del comitato promotore, Massimo Gandolfini: “l’emendamento sul quale si vuole mettere la fiducia contiene istanze opposte a quelle che portiamo avanti, sarebbe un tradimento che la legge possa passare col voto di parlamentari che si definiscono cattolici. E noi ne terremo conto, terremo gli occhi ben aperti”.

 

Dichiarazioni, quelle di Gandolfini e Savarese, che dovrebbero far andare di traverso il brindisi ai centristi. Gli alfaniani cantano vittoria, sembrano lasciar intendere che il mondo cattolico ha strappato un risultato insperato ma è una manovra tutta mediatica. La realtà è che c’è una divergenza assoluta con valori e parole d’ordine rilanciati dal Family Day. Com’era? #alfanociricordermo… i conti si faranno nelle urne.

 

Intanto le opposizioni vanno all’attacco in parlamento, chiamando di nuovo in causa il presidente del Senato, Pietro Grasso. Quagliariello ha definito il maxiemendamento un ‘Ogm’, "una specie geneticamente modificata, è molto diverso da quelli a cui siamo abituati". “Il governo se vuole presentare un suo disegno di legge deve chiedere l’autorizzazione del Presidente della Repubblica", ha aggiunto Quagliariello.

 

“Il ddl Cirinnà non è stato approvato in nessun ramo del Parlamento, non da una commissione, né è una conversione di un decreto legge né è un disegno di legge del governo”. Per Quagliariello il governo ha bisogno, “secondo l’articolo 87 della Costituzione”, “del vaglio del Presidente della Repubblica. Altrimenti siamo davanti a una procedura nuova che porta a una modifica sostanziale della nostra Costituzione”.

 

"Il maxiemendamento del governo sulle unioni civili,” spiega il leghista Roberto Calderoli, “è una truffa”. “Il maxiemendamento si profila come una iniziativa legislativa del governo, per la quale la Costituzione prevede che venga preventivamente sottoposta all’autorizzazione del Presidente della Repubblica. E’ insomma una truffa, da ogni parte la si consideri. Lei non può accogliere un simile maxiemendamento”, dice Calderoli in aula rivolgendosi a Grasso.

 

Il grillino Crimi invita invece il presidente del Senato a “prendere in considerazione seriamente le obiezioni che son state fatte: se questa legge dovesse passare con questa procedura già è stato annunciato da coloro che si oppongono alla legge che ricorreranno alla Corte costituzionale. Il rischio è di varare una legge che al suo interno conterrà nella procedura e nel merito qualcosa che la rende vulnerabile e che un domani potrebbe essere abbattuta dalla Consulta”.

 

Concludendo, per Renzi i nodi vengono al pettine. Il premier non aveva i numeri per far passare il ddl Cirinnà, il Pd era e resta diviso, i cattolici da una parte, la sinistra dall’altra. Servirà probabilmente anche il soccorso dei verdiniani. La soluzione finale, la fiducia, è stata la prova di quanto sia stato prevaricatorio e arrogante il metodo seguito da Renzi: togliere la libertà di voto ai suoi colleghi di partito e agli alleati (Schifani ancora la rivendica, il senatore Sacconi non ha votato la fiducia…) pur di ottenere uno straccio di risultato.

 

"Il voto di fiducia a cui si presta  l’Ncd serve a Renzi per risolvere i problemi creati all’interno  del suo partito dal ddl sulle unioni civili" sintetizzava ieri Eugenia  Roccella, parlamentare di Idea. "La legge poteva passare solo con il canguro o con il voto di fiducia, cioé togliendo la libertà di voto e di coscienza ai parlamentari del Pd. Alfano così smentisce gli impegni presi con il proprio elettorato (aveva promesso: "fuggiro’ a gambe levate se c’e’ il matrimonio gay") e permette invece a Renzi di mantenere le promesse fatte alla Leopolda all’elettorato Pd. Il colmo – conclude la parlamentare  – è che i centristi cercano di spacciare questo atto di subalternità come una vittoria politica".

 

Lo stralcio della stepchild adoption, infatti, che gli alfaniani sbandierano come una conquista, rientrerà presto dalla finestra . "Le adozioni saranno inserite nella legge sulle adozioni a cui chiederemo di assegnare una corsia preferenziale in modo che sia approvata entro questa legislatura sia alla Camera che al Senato”, annuncia il capogruppo dem Luigi Zanda.Come previsto: una vera e propria truffa.

 

Risponde a stretto giro Quagliariello: "Ci auguriamo che quanto affermato dal capogruppo del Pd Luigi Zanda non risponda al vero: se sarà effettivamente assegnata una corsia preferenziale a una legge sulle adozioni che prevede la stepchild, questo non sarà un accordo al ribasso ma un accordo truffa. In ogni caso, riteniamo che mettere la fiducia su una materia come questa sia un’offesa ai princìpi di uno Stato liberale e democratico”.

 

“Quanto poi alla pretesa di alcuni di interpretare con l’accordo sulle unioni civili i princìpi del centrodestra,” conclude il fondatore di Idea, “ha ragione la senatrice Finocchiaro: sono affermazioni che commuovono". Dobbiamo correggere il senatore: non commuovono, indignano.