Unioni civili: parla Bagnasco, Pd fibrilla. Si vota da martedì

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Unioni civili: parla Bagnasco, Pd fibrilla. Si vota da martedì

12 Febbraio 2016

Che sulle unioni civili attese al voto da martedì in Senato nel Pd ci sia grande nervosismo lo dimostrano le reazioni alla dichiarazione fatta ieri dal Cardinale Bagnasco, presidente della Cei: "Ci auguriamo tutti che il dibattito in Parlamento e nelle varie sedi istituzionali sia ampiamente democratico," ha detto Bagnasco, "che tutti possano esprimersi ed essere considerate le loro obiezioni e che la libertà di coscienza di ciascuno su temi così delicati e fondamentali per la vita della società e delle persone sia non soltanto rispettata, ma anche promossa con una votazione a scrutinio segreto".

 

Un messaggio che sembra rivolto al presidente del senato Grasso, che nei primi giorni di discussione in parlamento si è dimostrato "un arbitro schierato", a detta del senatore Quagliariello. Immediatamente dopo la dichiarazione di Bagnasco dalla sinistra e dal Pd sono partiti una raffica di attacchi congiunti.

 

"Le esortazioni sono giuste e condivisibili, ma come regolare il dibattito in Senato lo decide il presidente del Senato, non il presidente della Cei", ha detto Luciano Pizzetti, sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, del Pd. Mentre per il sottosegretario alle Riforme, Ivan Scalfarotto: "Le autorità religiose dovrebbero rispettare di più il ruolo delle istituzioni. La Chiesa ha tutto il diritto di fare il suo mestiere, ma non deve dimenticare che il legislatore fa leggi per tutte le religioni e anche per chi non professa alcuna religione".

 

Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, è arrivata a chiedere "rispetto delle istituzioni della Repubblica italiana perché abbiamo regole di funzionamento e sedi per prendere tutte decisioni che servono". Secondo Ernesto Preziosi, uno dei cattodem che hanno chiesto lo stralcio della stepchild adoption, invece Bagnasco ha ragione: ennesima prova del caos che si respira in casa Pd.
I senatori cattolici del Pd che danno battaglia sull’articolo 5

 

Sul punto è opportuno sottolineare la replica fatta ai piddini dalla onorevole Roccella di Idea: "Invece di stracciarsi le vesti per la semplice opinione del cardinale Bagnasco, che evidentemente non condizionerà i lavori d’aula né inficerà l’autonomia del Parlamento, e che esprime solo un’apprensione per la tutela della libertà di coscienza, sarebbe auspicabile che i parlamentari del Pd si preoccupassero dello strame della Costituzione e dei regolamenti che si sta consumando in Senato". "Quello sì," conclude Roccella, "che fa male al Parlamento e alla sua dignità".

 

Intanto il Comitato Difendiamo i nostri figli, tra i promotori del Family Day di Roma, continua a mettere in pressing il Pd: "Prendiamo atto che il Partito democratico sta facendo di tutto per evitare che avvenga una discussione nel merito dei singoli articoli contenuti nel ddl Cirinnà. Dopo aver cancellato l’esame del testo in commissione, fatto senza precedenti nella storia della Repubblica, il Pd si sta adoperando per far votare il super-canguro Marcucci, al fine di blindare un testo che, ogni giorno che passa, suscita sempre più contestazioni anche tra le stesse fila dei dem," dice Massimo Gandolfini.

 

"Se l’obiettivo del Pd è quello di far approvare un emendamento unico sostitutivo dell’intero testo senza permettere alcuna discussione, allora è arrivato il momento che le altre forze che sostengono l’esecutivo facciano tutto quello che è nelle loro possibilità per sventare questo colpo di mano che offende la democrazia, compreso provocare un’eventuale crisi di governo se ogni altra istanza venisse ignorata" conclude Gandolfini.