Si riapre la corsa per cercare di approvare le unioni civili prima della sessione sulla legge di
stabilità al Senato ed entro l’anno anche alla Camera. Il Pd sembra determinato ad andare avanti, accelerando sul provvedimento, chiudendo con le meline in Commissione e puntando
a portarlo direttamente in Aula senza relatore. Se la trattativa con il leghista Calderoli per arginare la valanga di emendamenti sulla riforma del Senato dovesse andare a buon fine, si
aprirebbe infatti la strada per chiudere con le riforme il 9 ottobre, affrontare subito la nota di variazione al Def e incardinare in Aula le unioni civili prima dell’avvio della
sessione sulla Stabilità prevista per il 15.
La traiettoria è stata scandita anche ieri sera in occasione di una riunione del
gruppo Pd alla Camera dove è stato deciso di lavorare in sinergia con il gruppo del Senato in modo da arrivare ad un testo condiviso che permetta di approvare il ddl senza che la
Camera debba apportare modifiche e, quindi, portare a casa le unioni civili entro la fine dell’anno. Parallelamente, durante la sessione notturna della Commissione Giustizia al Senato il M5s ha deciso di non partecipare più al voto degli emendamenti sulle unioni civili proprio perchè la calendarizzazione del testo in Aula contiene ancora la formula: "ove concluso in Commissione". "E’ chiaro che noi vogliamo portare a casa questo provvedimento ma non ci vogliamo prestare al gioco ipocrita del Pd che non lo vuole calendarizzare per non rompere con Ncd prima del voto sulle riforme" spiega il senatore 5 Stelle Maurizio Buccarella. Il Pd, insomma, può contare ancora sul sostegno del M5s per evitare di continuare a tentare una lunga mediazione con Ncd.
La "Commissione è morta" certificano a questo punto i dem mentre già domani la conferenza dei capigruppo potrebbe decidere di togliere dal testo il vincolo sulla calendarizzazione del
testo. Considerato anche che di fatto, allo stato, tutte le Commissioni al Senato sono sconvocate. Il Pd ha insomma fretta e la senatrice del Pd, Monica Cirinnà, relatrice del testo, ci
tiene a ricordarlo: "bisogna rendersi conto che in Europa siamo gli ultimi a non avere una legge". E proprio per non perdere tempo è stata già annunciata una riunione congiunta dei gruppi Pd di Camera e Senato che si terrà non appena ci sarà un testo definitivo.
Ncd intanto protesta, lamentando proprio la sordità del Pd. Gli emendamenti discussi in Commissione, respinti con il voto contrario del Pd, "sono l’ennesima dimostrazione della mancanza di volontà di quel partito" si lamenta Carlo Giovanardi, capogruppo di AP in Commissione.
Anche il senatore di Fi, Lucio Malan, che aveva presentato un emendamento votato anche da Ap per "prevenire la pratica dell’utero in affitto" protesta: "i senatori del partito di Renzi lo hanno respinto senza battere ciglio".
A tentare ancora una mediazione ci prova il centrista Maurizio Sacconi: "è possibile" se si arriva
rifiutare l’adozione delle coppie omosessuali, dice. Ma il tempo, a quanto pare, è scaduto.