Unioni civili, Senato dà fiducia a Renzi. Opposizioni all’attacco, M5S lascia aula
25 Febbraio 2016
Il Senato approva la fiducia sul maxiemendamento del governo al ddl sulle unioni civili. I voti favorevoli sono stati 173, quelli contrari 71, nessun astenuto. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera. A favore, oltre alla maggioranza, hanno votato i verdiniani del gruppo Ala e la componente Idv del Misto. Nella maggioranza non hanno partecipato al voto i senatori del Pd, Felice Casson e Luigi Manconi, e i senatori di Ap Aldo Di Biagio, Roberto Formigoni, Giuseppe Marinello e Maurizio Sacconi. Hanno dichiarato la loro contrarietà i gruppi Cor, Lega, Gal (con la ‘dissidenza’ di Riccardo Villari), Sel e M5S (i cui senatori non hanno partecipato al voto). Tra i senatori a vita hanno votato a favore Mario Monti e Giorgio Napolitano.
No delle opposizioni alla fiducia, M5S esce dall’aula. Le forzi di centrodestra (Fi, Lega, CoR, Idea) hanno votato contro la fiducia, accusando gli alleati di Renzi, i centristi di Ncd, di tradire valori e richieste del popolo del Family Day. "Renzi ha impegnato il governo su una legge che interroga le coscienze dei singoli: una scelta che nulla ha a che fare con le pratiche di una democrazia liberale. Ora deve apprezzarne le conseguenze. La vecchia maggioranza si è fermata a quota 154: sette voti in meno della maggioranza assoluta. I voti necessari sono stati raggiunti grazie al contributo del gruppo Ala: situazione inedita che va al più presto chiarita nelle sedi istituzionali idonee", hanno dichiarato in una nota congiunta Andrea Augello, Luigi Compagna, Carlo Giovanardi e Gaetano Quagliariello, senatori del movimento "Idea", e Mario Mauro dei Popolari per l’Italia.
Il capogruppo leghista a Palazzo Madama, Gian Marco Centinaio, ha definito i parlamentari di Ncd dei "traditori dei 30 denari", denunciando l’inciucio tra Renzi, centristi e verdiniani. "Oggi si mette alla berlina la famiglia," ha detto Centinaio, "che è l’elemento debole e da oggi è ancora più debole. Istituire tante famiglie significa annullare il concetto stesso di famiglia". Per Maurizio Gasparri (Fi): "Ncd ha voluto che fosse cancellato il riferimento alla fedeltà, e sono stati coerenti, gli va riconosciuto. Perché loro la fedeltà non sanno proprio cosa sia". Sempre secondo il senatore Gaetano Quagliariello, fondatore di Idea, l’iter impresso dal governo tra ddl e maxiemendamento è stato un "ostruzionismo dell’esecutivo nei confronti del Parlamento". La fiducia un esempio di "Stato etico", una cosa che "non c’entra nulla con la democrazia liberale". Il Governo, ha detto Quagliariello, "tratta la sua maggioranza come i fratelli De Rege, non ‘vieni avanti cretino’, ma ‘vai avanti cretino’".
"Questo maxiemendamento," ha dichiarato il senatore Mario Mauro (Popolari per l’Italia) "costituisce una pezza peggiore del buco, è incostituzionale perché con l’eliminazione dell’obbligo di fedeltà si crea una ulteriore discriminazione verso le coppie eterosessuali". Secondo i senatori del centrodestra il Governo ha eluso l’articolo 87 della Costituzione, che prevedeva che l’esecutivo chiedesse l’autorizzazione al Capo dello Stato per la presentazione dei disegni di legge. "C’è una modifica sostanziale dei Regolamenti e della Costituzione", ha detto Quagliariello. "La maggioranza è cambiata," ha aggiunto capogruppo di Fi in Senato, Romani. "E ho l’impressione che questo sia un problema che debba o possa interessare anche il Quirinale".
Il senatore Giovanardi ha definito il governo "cialtrone", ricordando come in questi mesi sia stato "cancellato il ruolo delle Commissioni e dell’Aula, stracciando articoli fondamentali della Costituzione. Sono stato infine costretto a utilizzare con il silenzio una parte del tempo a mia disposizione per protestare contro il rifiuto del ‘Governo cialtrone’ di mettere a disposizione del Parlamento la memoria dell’Avvocatura di Stato, Presidenza del Consiglio, depositata alla Corte Costituzionale, che secondo indiscrezioni di stampa apre la porta in Italia alla stepchild adoption anche senza bisogno di una nuova legge". Anche per il senatore Nitto Palma, Forza Italia, il provvedimento del governo ha fatto "strame della democrazia". Secondo Palma, quella del governo è stata solo "una vittoria di Pirro".
Il Movimento 5 Stelle non ha partecipato al voto, il senatore Airola ha definito il maxiemendamento del governo "un testo penoso". "Non si può votare la fiducia a questo governo" ha spiegato la capogruppo in Senato Nunzia Catalfo, "la nostra battaglia continuerà alla Camera". "Non avete fatto esprimere un solo voto a questa Aula," ha attaccato la senatrice, "dilaniati e lacerati dalle vostre divisioni interne. Siete scappati dinnanzi ad appena 450 emendamenti da votare quasi tutti a scrutinio palese . Avete preferito i voti di Alfano e Verdini. State permettendo che questo presidente sottragga le funzioni dell’Aula. Non azzardatevi a scaricare sul M5S quelle che sono le vostre responsabilità". Per 5 Stelle il voto di oggi sancisce solo il "matrimonio tra il Pd e Denis Verdini, matrimonio fondato sull’obbedienza di massonica memoria. Ora Verdini pretenderà gli alimenti?". "Il vostro viaggio di nozze dovrebbe essere diretto al Quirinale dopo il voto di stasera per comunicare al presidente della repubblica la nuova maggioranza di governo”, la bordata di M5S.
Ncd vota fiducia, Sacconi no. Verdiniani entrano in maggioranza. "Sulle unioni civili ha vinto il buonsenso," aveva detto in mattinata il ministro e leader di Ncd, Alfano, da Bruxelles. "Abbiamo bloccato ciò che non è permesso in natura". Ncd per tutto il giorno ha continuato a cantare vittoria rivendicando la bontà dell’accordo con Renzi e lo stralcio della stepchild adoption, che però, se stiamo alle dichiarazioni di ieri di Zanda (Pd), avrà un percorso privilegiato con un nuovo ddl: le adozioni gay rientreranno alla Camera dopo essere uscita dal Senato. Le contraddizioni del Nuovo Centrodestra, come abbiamo già spiegato, restano.
Come per la rivendicazione del voto di coscienza fatta da Schifani, dopo l’annuncio che c’era “piena condivisione del testo e assunzione di responsabilità di Area Popolare con la fiducia". Responsabilità alla quale il partito di Alfano non si è sottratto, anche se le divisioni dentro Ncd non sono mancate, e sono pesanti. "In dissenso dal mio gruppo," ha annunciato Maurizio Sacconi, "non voterò la fiducia per ragioni di metodo e di merito. Il voto di fiducia non consente ai parlamentari di esprimere il loro pensiero. Invito i colleghi della sinistra ad interrogarsi su cosa avrebbero fatto su analoga forzatura parlamentare fatta dal presidente Berlusconi". "La mediazione realizzata tra i due partiti di governo sarebbe buona cosa se non fossero in gioco principi che devono essere salvaguardati nelle loro interezza".
La novità è che i verdiniani sono sempre di più forza stabile nella maggioranza, votando la fiducia e rivendicando lo spirito del Nazareno. "Senza di noi alcune riforme importanti non sarebbero passate, come quella costituzionale", dice Lucio Barani. "Ma non c’è nessun mercimonio politico alla base della nostra decisione. Noi siamo rimasti fedeli al patto del Nazareno e ti ringraziamo senatore Verdini per essere uno dei padri di questo patto". Caustico il commento del governatore forzista della Liguria, Toti, “il canguro è inciampato su un grillo e un battito d’ala salva la maggioranza. Non è più un parlamento, ma la fattoria degli animali".
Reazioni dentro il Pd. "Questa è la legge del Partito democratico," ha detto il capogruppo dei dem in Senato, Zanda, "è nostra la decisione di far cessare l’ostruzionismo in commissione, di portare il testo in aula, di non correre più rischi aspettando una parola di chiarezza del Movimento 5 Stelle, è nostra la decisione di votare oggi", bel modo di rivedere tutte le forzature degli ultimi mesi. Per Zanda parliamo di una legge che "avvicina l’Italia alle democrazie occidentali che da tempo hanno sconfitto l’omofobia", omofobia?, "dobbiamo piuttosto chiederci perché ci arriviamo con tanto ritardo, in un paese in cui tanto la sinistra quanto la destra si dichiarano liberali". Poi la notizia che può rassicure Alfano e Schifanio: "Di adozioni questo Parlamento tornerà a occuparsi a breve, e probabilmente anche in questo per nostro merito," conclude Zanda.
Che le ultime mosse di Alfano non siano piaciute ad un’ampia parte dei Dem lo dimostrano le reazioni dei democratici come Finocchiaro e Speranza. "Il Pd ha sbagliato a scegliere la strada a ribasso con Alfano", ha scritto su Facebook il leader della minoranza piddina Roberto Speranza. "Certo ci sono responsabilità pesanti dei 5stelle. Le loro ambiguità hanno pesato moltissimo. Eppure serviva più coraggio". "Continuo a pensare che si poteva e doveva andare in Aula e difendere integralmente le nostre idee" ha detto Speranza a proposito della stepchild. Dura la Finocchiaro: “Il ministro Alfano dice una cosa che non è assolutamente vera e ciascuno può capire quando si mente per ragioni politiche e di posizionamento, ma comunque si mente. Perché grazie a questo testo la magistratura potrà continuare a consentire, e io ovviamente mi auguro che lo faccia, nell’interesse preminente di un bambino figlio di un omosessuale di avere una continuità affettiva, mediante l’adozione da parte dell’altro componente dell’unione civile". Ma Ncd probabilmente continuerà a dirsi soddisfatta e a festeggiare.
"La Finocchiaro, da guardiana politico-giudiziaria delle attività della sinistra," ha replicato Gasparri, "lancia un avvertimento e smaschera le bugie di Angelino Alfano. Dice infatti che con questo testo, che Alfano e il suo partito voteranno, si potranno avere sentenze creative in materia di adozioni gay. È esattamente così. Il comma 20 di questo maxi emendamento, pieno di ambiguità e di riferimenti, apre la strada comunque al dilagare di adozioni gay e, quindi, della pratica dell’utero in affitto, perchè gli omosessuali di sesso maschile non possono generare una vita. La Finocchiaro mortifica Alfano che può raccontare quello che vuole ma oggi con questo testo volta le spalle al popolo del Family day. I fatti sono chiari e la Finocchiaro ci ha messo il timbro sopra".
Gandolfini (Family Day): "Politica sorda alle nostre richieste." "Il maxiemendamento su cui il Governo si appresta a porre la fiducia", aveva detto in mattinata il presidente del Family Day, Massimo Gandolfini, "è frutto di una strategia antidemocratica e di una cultura menzognera. Il popolo del Family Day non si riconosce in esso e constata irritato che si è rimasti sordi alle sue richieste". "Già con arroganza si era sottratto il testo del ddl Cirinnà alla commissione Giustizia, violando l’art. 72 della Costituzione, e ora si aggiunge la beffa dell’imbavagliare ogni voce di dissenso, ponendo la questione di fiducia. Come se non bastasse, si ha la malafede di affermare che si tratta di un provvedimento urgente, richiesto con forza dalla Nazione e che non equipara le unioni civili alla famiglia ". "Il nostro totale disappunto ci conferma nel giudizio politico negativo circa le forze e gli uomini che lo sostengono. Un estremo appello alla coscienza dei parlamentari chiamati al voto: non si forza così la democrazia, negando ogni tipo di dialogo e di confronto: la strada delle bugie alla lunga non pagherà. Ce ne ricorderemo".