Università. Gelmini: “Da sinistra nessuna proposta, solo proteste”
19 Maggio 2010
di redazione
Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, torna a difendere la riforma dell’istruzione in arrivo. Chi strumentalizza la protesta, dice in un’intervista a Il Giornale, sono "tutti quelli che hanno interesse a mantenere lo status quo. E anche una sinistra che non offre soluzioni ma protesta a prescindere".
Il titolare del dicastero di viale Trastevere si dice però convinta che "la maggioranza degli studenti sia dalla nostra parte" e la vittoria degli studenti di centrodestra che si profila alle elezioni del Consiglio Universitario Nazionale "rafforza la nostra volontà di proseguire per la strada che abbiamo scelto che è quella dell’abolizione dei privilegi".
E a chi le fa notare che il Pd e l’opposizione appaiono decisi ad alzare barricate contro il ddl di riforme, il ministro replica: "Noi comunque faremo sempre dei tentativi di dialogo. Sarebbe importante che riforme così imoportanti fossero condivise. Mi sembra però – conclude la Gelmini – che da sinistra non arrivino proposte sul tavolo ma solo proteste. Non rinunceremo al cambiamento: se non ci sarà collaborazione andremo avanti da soli".
Le modifiche previste dal ddl Gelmini riguardano sia aspetti economici che strutturali del sistema universitario. Questi i contenuti: i bilanci dovranno essere più trasparenti e gli atenei "in rosso" saranno commissariati. I settori disciplinari, attualmente 370, saranno dimezzati. I rettori avranno un mandato di 8 anni soltanto. La Governance degli istituti si esprimerà attraverso la netta distinzione tra Senato accademico e consiglio d’amministrazione. I professori saranno obbligati a lavorare 1500 ore annue, delle quali almeno 350 per docenza. I ricercatori avranno un contratto a tempo determinato di 6 anni dopo il termine del quale potranno essere confermati come associati.