Uno scrittore conservatore finito per sbaglio nel calderone di sinistra
26 Aprile 2009
Secondo il Collins English Dictionary il termine "ballardiano" si riferisce allo scrittore inglese James Ballard (1930-2009) ma anche alla suggestiva distopia della modernità che emerge dalle sue opere, all’influenza della tecnologia sulla psiche, sullo sviluppo della società e dell’ambiente in cui viviamo. Un’attitudine a guardare con pessimismo la condizione umana che è uno dei tratti caratteristici del vero conservatorismo.
Ne parla Rod Liddle sullo Spectator, ricordando che Ballard è stato a lungo ripudiato dalla sua cultura d’appartenenza perché a certa destra non piacciono le immagini troppo disturbanti, come quelle orgiastiche di Crash di cui si è infatti appropriata la sinistra, inchiodando Ballard al bel visino di James Spader e ad un superficiale per quanto visionario incastro di corpi, sesso e lamiere.
Ma c’è una bella differenza tra Why I Want to F*** Ronald Reagan, scritto nel 1967, in cui Ballard misura l’appeal psicosessuale dell’allora governatore della California, e le posizioni politiche espresse vent’anni dopo dallo scrittore inglese, che vanno verso una sostanziale adesione al modello dello “stato minimo” reganiano e della superiorità atomica del blocco atlantico. “Guardando il presidente alla tv – scrive Ballard – ascoltandolo mentre castigava la proliferazione incontrollata della spesa pubblica e il governo dello stato infestato dalla burocrazia, mi sono fatto l’idea di una figura molto più cruda e ambiziosa di quella del boss del crimine che Reagan interpretò in uno dei suoi film, The Killers, del 1964, la sua ultima apparizione a Hollywood”.
Ballard avrebbe espresso una ammirazione sconfinata anche per la Thatcher, affermando – in una intervista rilasciata nel 1986 – che lui e la Lady di Ferro erano gli unici “dentro la Nazione” a sostenere i raid aerei americani in Libia per stanare il terrorista Gheddafi. “Credo nel fascino misterioso di Margaret Thatcher, nella curva delle sue narici e nella lucentezza del suo labbro inferiore… – scrisse in un componimento – sogno che Margaret Thatcher sia accarezzata da un giovane soldato argentino in un motel dimenticato, e sorvegliato da un benzinaio che soffre di tubercolosi”.
E ancora: “Credo… nelle posture di Reagan della Thatcher e della principessa Diana, negli odori dolciastri emessi dalle loro labbra mentre fissano le telecamere di tutto il mondo”. Affermazioni urticanti per la destra inglese dei suoi tempi. In realtà si trattava di un sano scetticismo sulla condizione umana, che poi è la tradizionale disposizione d’animo del pensiero conservatore.