Uruguay vs Corea del Sud, quando la fantasia sfida la disciplina

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Uruguay vs Corea del Sud, quando la fantasia sfida la disciplina

26 Giugno 2010

Rivali di palla per cinque volte nella storia calcistica, quattro delle quali hanno visto Los Charrùas avere la meglio in campo. Un capo e l’altro del mondo si ritrovano al suo centro, in un confronto tutt’altro che amichevole rispetto a quello del 2007, l’ultimo che li ha messi faccia a faccia.

Se per l’Uruguay, secondo le cronache spagnole, la storia ufficiale inizia nel 1516 (per quelle portoghesi inizierebbe, per loro merito, due anni prima) quando Juan Díaz de Solís raggiunse la foce del Río de la Plata scoprendo il Paese, lo stato indipendente (o l’insieme di staterelli) della Corea è vecchio di un bel po’ di millenni, risalendo addirittura al 2133 a.C. Ma la sua divisione nelle due attuali fette territoriali avvenne dopo l’occupazione sovietica e statunitense del Paese conseguente alla Seconda guerra mondiale, che vide la Corea del Nord cadere sotto l’influenza sovietica, e la Corea del Sud sotto quella statunitense.

La convivenza tra i due stati fratelli non è mai stata pacifica, Il 20 giugno 1950 il nord, appoggiato dalla Rpc e dall’Unione Sovietica invase il sud, causando una sanguinosissima guerra che si concluse con un armistizio nel 1953. Neppure l’Uruguay visse anni lieti dovendo contrastare dopo il 1624 (anno di fondazione del primo insediamento stabile a Soriano) i portoghesi che rivendicavano la sovranità sul territorio.

La Corea del Sud è al 26esimo posto dei Paesi più popolati mentre l’Uruguay è da sempre stato caratterizzato da un ritmo molto lento di popolamento del territorio. Del resto il Paese asiatico ha una capitale, Seoul, che vanta il secondo posto nella classifica delle metropoli più grandi al mondo.

Netta differenza sul fronte economico. Da una parte c’è l’Uruguay la cui economia si basa in buona parte ancora sull’agricoltura e in cui il settore primario occupa il 9,3% della forza lavoro, dall’altra c’è una delle quattro “Tigri asiatiche” (il Pil pro capite sudcoreano è circa 20 volte quello della Corea del Nord e al più alto livello delle economie meno sviluppate dell’Unione Europea), famosa come un Paese di alta tecnologia informatica sulla base di un elevato livello delle risorse umane, per cui è riconosciuto come settimo Paese al mondo secondo l’Indice di Educazione di Indice di sviluppo umano. Rilevante anche l’industria automobilistica: Kia, Hyundai, SsangYong e Daewoo (in Europa Chevrolet Corea) godono di una buona reputazione.

Da un punto di vista politico l’Uruguay ha ed ha avuto tradizionalmente stretti legami politici e culturali con i paesi europei, ai quali si sente molto vicino (ciò spiegabile col fatto che circa il 90% degli uruguayani ha origini europee), mentre la Corea del Sud è uno dei 30 Paesi membri dell’Ocse e nel 2010 ha svolto un ruolo cruciale nel nuovo vertice globale G20 con Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Canada.

Superato il primo giro di boa, Uruguay e Corea del Sud si ritrovano sul campo, per la seconda volta in un contesto mondiale. L’Uruguay, che è stato un po’ la sorpresa di questa prima fase, e che torna nella fase a eliminazione diretta di una competizione di respiro internazionale dopo 20 anni, è dato per favorito. Il pronostico si può giustificare tenendo conto del pericolosissimo l’attacco schierato dalla squadra, basta fare tre nomi: Suarez, Forlan (scarpa d’oro più volte, e scusate se è poco) e Cavani.