Uruguay vs Ghana, alta tensione per un match che non ha precedenti
02 Luglio 2010
Quella tra Uruguay e Ghana è una sfida inedita, a tutti i livelli. Le due squadre infatti non si sono mai incontrate neanche per un amichevole. Una vera e propria ventata d’aria fresca nelle consolidate gerarchie del pallone “mondiale” che promette un incontro originale e grandi sorprese.
Entrambi i team portano sulle spalle il peso di una nazionale che ha fatto la storia delle cronache calcistiche. Nonostante gli scarsi risultati negli ultimi decenni, la nazionale uruguayana fu una delle migliori squadre sudamericane negli anni ’20 e ’50, quando vinse due mondiali e due medaglie d’oro olimpiche. Nella sua bacheca dei trofei sfoggia nientemeno che 2 Coppe del mondo, 14 Coppe America (a pari record con l’Argentina), 2 medaglie olimpiche e il “Mundialito” disputato a Montevideo nel 1981. Per di più, nell’unica Confederations Cup a cui ha partecipato nel 1997 ha concluso con un rispettabilissimo quarto posto.
La nazionale ghanese non è da meno. Il Black Stars, soprannome della squadra africana, è considerata uno dei team più forti e promettenti del continente. Non per nulla “Ghana” significa “re guerriero”. Nel suo palmarès vanta ben 4 vittorie della Coppa d’Africa nel 1963, 1965, 1978 e 1982, conquiste che l’hanno resa la seconda nazionale più titolata a livello continentale insieme al Camerun e subito dopo l’Egitto. Anche se è solo la seconda volta che si qualifica in un Mondiale (la prima volta fu quello in Germania 2006, dove arrivò agli Ottavi di finale battendo gli Usa e la Repubblica Ceca e perdendo solo col Brasile), il Ghana vanta un grande prestigio specialmente a livello giovanile. Infatti, i Black Starlets hanno vinto il Campionato mondiale Under-17 per due volte (nel 1995 in Ecuador e nel 1991 in Italia) e sono arrivati secondi per altre due volte nella stessa competizione. Ciliegina sulla torta poi, la presenza di Andre Ayew, figlio di Abedi Pele, nipote di Kwame Ayew, fratello di Abdul Rahim Ayew e Jordan Ayew. Tutti calciatori professionisti. Mezzapunta mancina, Abedi Pele vinse il Pallore d’Oro Africano negli anni 1991, 1992 e 1993, ed è l’unico giocatore – insieme a Samuel Eto’o e George Weah – ad averlo vinto per ben tre volte; l’omonimo brasiliano Pelé lo ha anche inserito nella FIFA 100, la speciale classifica che include i più forti calciatori del mondo di tutti i tempi.
Storia calcistica a parte, l’Uruguay e il Ghana sono entrambi figli del colonialismo europeo. Il Paese sudamericano venne colonizzato nel 1516 dagli esploratori spagnoli ma il suo territorio diventò ben presto un’area contesa da più stati: l’Impero spagnolo, quello inglese e portoghese, ma anche dal Brasile, l’Argentina e il Perù, specialmente grazie al porto naturale che divenne in poco tempo un centro di commercio tra i più competitivi del Sud America. Per secoli, la sua storia si è caratterizzata da numerose guerre: per l’indipendenza contro la Spagna, quella civile tra i Blancos e i Colorados (durante la quale partecipò un nostro emerito connazionale, niente meno che Giuseppe Garibaldi a capo di una legione italiana accorsa in aiuto), quella della Triplice Alleanza (tra Argentina, Brasile e Uruguay contro il Paraguay) e quella della guerriglia dei Tupamaros.
La nascita del Ghana, invece, fu molto meno scombussolata. Da quando gli inglesi misero per la prima volta piede in questa terra, la soprannominarono Costa d’Oro e la trasformarono nella colonia inglese più sviluppata dal punto di vista economico e culturale dell’Africa occidentale. Oggi, è considerato uno dei Paesi più avanzati e liberi di tutto il Continente Nero. Secondo il Failed States Index del 2009, il Ghana è considerato il 53° Stato di maggior successo nel mondo e il secondo africano dopo le Mauritius. Inoltre questo Paese viene classificato come uno Stato moderato. Nel 2008, il Ghana è stato anche valutato dall’Ibrahim Index of African Governance al 7° posto su 48 paesi per il successo con cui il governo fornisce beni essenziali ai suoi cittadini.
Il Ghana ha circa il doppio della produzione pro capite rispetto ai Paesi più poveri dell’Africa occidentale, ma resta ancora fortemente dipendente dai finanziamenti internazionali e dall’assistenza tecnica estera, nonostante una discreta attività di estrazione di petrolio (di cui si prevede l’aumento nel prossimo anno), l’intensa attività agricola e quella idroelettrica (in Ghana si trova il Lago Volla, il più grande lago artificiale al mondo). Ma l’oro ed il cacao sono i perni essenziali della sua economia (è tra i maggiori produttori per il primo, secondo maggior produttore al mondo del secondo).
D’altro canto, il piccolo Paese sudamericano (è il secondo stato più piccolo dell’America meridionale dopo il Suriname) non è da meno. Ha un sistema economico ben sviluppato grazie alle riforme e alla stabilità politica degli ultimi decenni, rendendolo un Paese con una qualità di vita ben superiore alla media dell’America Meridionale. L’Uruguay è un Paese prevalentemente agricolo anche se il settore informatico è in forte crescita (è diventato in America Latina il primo esportatore di software). A contribuire alla sua economia, infine, il turismo (prevalentemente dall’Argentina), grazie ai suoi 660 chilometri di spiagge.
Secondo Transparency International, dopo il Cile l’Uruguay è il paese meno corrotto del Sud America. Rispetto al resto dell’America meridionale, può vantare una tradizione di libertà civili e conquiste sociali: la giornata lavorativa di 8 ore fu infatti introdotta un anno prima che negli Stati Uniti e 4 anni prima che in Francia; il divorzio ben 70 anni prima della Spagna; il voto alle donne e il suffragio universale 14 anni prima che in Francia; l’istruzione gratuita e obbligatoria e la separazione fra Stato e Chiesa risalgono ai primi anni del secolo scorso. Nel novembre 2007 inoltre l’Uruguay è divenuto il primo paese dell’America Latina a legalizzare le unioni omosessuali. Rimane su posizioni conservatrici solo sul tema delle interruzioni volontarie di gravidanza, peraltro proibite in tutto il continente e legali solo a Cuba e Porto Rico. Infine, l’Uruguay è considerato il Paese più secolare dell’emisfero australe e occidentale e, malgrado il 66% della sua popolazione sia cattolica, la religione ha scarsa influenza.
Dal punto di vista geopolitico, i due Paesi sono ben considerati in ambito di politica internazionale. Il Ghana è un membro di molte organizzazioni internazionali tra cui il Commonwealth delle nazioni, della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale, dell’Unione Africana, della Francofonia (Membro associato) e delle Nazioni Unite. Dopo l’indipendenza, il Ghana ha aderito agli ideali del non-allineamento e del Panafricanismo. Il Paese ha sempre favorito le organizzazioni internazionali e regionali di cooperazione politica ed economica, ed è un membro attivo della Nazioni Unite e dell’Unione Africana. Molti diplomatici e politici detengono infatti posizioni nelle organizzazioni internazionali. Tra questi, l’ex segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, il Giudice della Corte penale internazionale, Akua Kuenyehia, e l’ex presidente Jerry Rawlings, che è stato eletto presidente della Economic Community of West African States.
Montevideo invece ha un ruolo di rilievo nella politica del Sudamerica: è sede dell’ALADI (Asociación Latino-Americana de Integración) e del segretariato generale del Mercosur, di cui è membro fondatore dal 1991. Inoltre l’Uruguay è membro del Grupo de Rio, un’organizzazione di stati dell’America Latina che si occupa dell’assistenza reciproca per questioni delicate come la sicurezza. Una particolarità: dal 1984 l’Uruguay ha una base in Antartide sull’isola di Re Giorgio.
Difficile riuscire a prevedere un epilogo per questa partita. Se da un lato per il calcio sudamericano questi Mondiali sono già un’edizione da record (per la prima volta nella storia del torneo, infatti, 4 selezioni dell’America Meridionale sono qualificate ai quarti di finale), per gli africani quella di oggi è l’ultima chance per vedere una squadra rappresentativa del Continente Nero passare alle semifinali. Inutile dire che il Ghana godrà senza dubbio del (rumoroso) sostegno del pubblico sudafricano. L’effetto emozione avrà sicuramente la meglio sui giocatori e, anche se speriamo di no, il rischio è quello di assistere ad un brutto spettacolo. Oggi più che in altre occasioni occorrerà la giocata del singolo (le due squadre si muovono infatti molto bene e si equivalgono sul piano dell’organizzazione) o il calcio piazzato. Da tenere comunque d’occhio l’attacco a tre della Celeste composto da Cavani, Forlan e Suarez e la rivelazione ghanese Asamoah Gyan, già autore di 3 gol.