Usa 2008. Obama-Clinton a colpi di comizi a vigilia voto

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Usa 2008. Obama-Clinton a colpi di comizi a vigilia voto

06 Maggio 2008

Ogni argomento è stato sfruttato dall’ex first lady Hillary Clinton e il senatore dell’Illinois Barack Obama per sferrare fendenti all’avversario in vista del voto di oggi in Indiana e Carolina del Nord.

L’incremento dei prezzi della benzina e i piani per riportarli sotto controllo, la guerra in Iraq, la crisi che ha investito l’economia americana, la reciproca eleggibilità e le polemiche scatenate dal reverendo Jeremiah Wright con i suoi sermoni di fuoco.

E’ un momento fondamentale per l’assegnazione della nomination democratica per la Casa Bianca.

Certo, si tratta dell’ennesima “tappa cruciale” di questa campagna elettorale, che sembrava dovere arrivare a un punto decisivo dopo il “super tuesday”, quando oltre 20 stati sono andati al voto contemporaneamente lo scorso 5 febbraio, poi dopo le “primarie del Potomac” (Washington D.C., Maryland e Virginia il 12 febbraio), quindi dopo il voto in Texas, Ohio e Rhode Island il 4 marzo e infine dopo la Pennsylvania, due settimane fa.

Anche oggi, di fatto, la situazione potrebbe non cambiare molto. In palio in Indiana e Carolina del Nord ci sono rispettivamente 72 e 115 delegati, oltre a complessivi 32 “superdelegati”, che possono scegliere per chi votare alla convention di fine agosto, e i sondaggi danno Clinton avanti in Indiana in media di poco meno di 5 punti e Obama avanti in Carolina del Nord, con una media di oltre 6 punti, comunque meno dei 20 punti di distacco che era arrivato ad avere nelle scorse settimane. La partita è tutta aperta dunque, con Clinton costretta a vincere in modo convincente in Indiana e a contenere le perdite, meglio ancora a strappare un’inattesa vittoria, in Carolina del Nord per mantenere vive le proprie speranze elettorali, rinnovate con il buon risultato della Pennsylvania.

Se uno dei due candidati stravincesse a sorpresa in tutti e due gli Stati la situazione potrebbe cambiare: anche se nessuno dei due comunque arriverebbe ai 2.025 delegati necessari per vincere la nomination, i “superdelegati” ancora indecisi (oltre 200 dei 795 totali) potrebbero infine prendere una posizione, evitando di trascinare la decisione fino alla fine delle primarie o, peggio ancora, fino alla convention di fine agosto, fatto che secondo il partito sarebbe estremamente dannoso e finirebbe per avvantaggiare il senatore dell’Arizona John McCain, candidato repubblicano per la Casa Bianca.

Lo scenario forse più probabile è che alle 19 di oggi (l’una di notte in Italia per quanto riguarda la Carolina del Nord, le due di notte per l’Indiana) i due rivali si trovino ancora nella situazione attuale, che vede Obama in vantaggio in termini di delegati (al momento 1.607 per Clinton e 1.743 per il senatore di Chicago), senza però essere riusciti ad assestare il colpo del ko, rimandando tutto alla prossima tappa cruciale.