Usa 2016, Clinton vince a Washington e chiede il sostegno di Sanders

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Usa 2016, Clinton vince a Washington e chiede il sostegno di Sanders

15 Giugno 2016

E’ finita la stagione delle primarie per le elezioni presidenziali degli Stati Uniti 2016. Ieri si è votato a Washington Dc e ha vinto Hillary Clinton. Sono giorni che Hillary è la candidata ufficiosa per il Partito Democratico, e diventerà ufficiale quando tutto sarà formalizzato alla Convention di luglio a Philadelphia.

L’ex Segretario di stato ha conquistato la capitale americana con il 78,7% dei consensi contro 21,1% del rivale Bernie Sanders. E allora sarà Hillary contro Donald Trump alle elezioni di novembre, sebbene il senatore del Vermont non sembra ancora intenzionato a ritirarsi.

Per Clinton il sostegno ufficiale di Sanders sarebbe davvero importante per concentrare le risorse e le idee nella campagna contro Donald Trump. Ma Sanders vorrebbe anzitutto ottenere qualche garanzia rispetto a quella parte di programma che ha attirato il consenso dei suoi sostenitori: le diseguaglianze, la sanità per tutti, l’istruzione e il cambiamento climatico.

Martedì, subito dopo la chiusura delle primarie a Washington Dc c’è stato un incontro fra i due. “Una discussione positiva”, così il comitato che sostiene Hillary Clinton ha definito l’incontro tra l’ex first lady e Bernie Sanders. I due avrebbero anche discusso di quella che credono una pericolosa minaccia per la nazione: Donald Trump.
L’entourage della Clinton ha spiegato che i due si sono confrontati su diversi argomenti, come l’aumento dei salari, l’eliminazione dalla politica di denaro non dichiarato e la riduzione dei costi per i college.

“Il nostro obiettivo dev’essere quello di non lasciare che i politici, Donald Trump o chiunque altro, ci dividano”, ha detto, invece, Sanders dopo l’incontro, sottolineando di voler “combattere il più tenacemente possibile” per trasformare il partito democratico.
Sanders comunicherà definitivamente comunque le sue intenzioni nella giornata di giovedì con un intervento in streaming su Internet.

Dall’altro lato c’è Trump che non intende andare in vacanza nella sua campagna elettorale. E durante un comizio nella Carolina del Nord ha detto: “Oggi ho ascoltato il presidente Obama: era più arrabbiato con me che con il killer… quello è il tipo di rabbia che doveva essere rivolta contro l’assalitore e i killer che non dovrebbero trovarsi qui”.

Obama, infatti, senza mai menzionarlo esplicitamente, era intervenuto in diretta tv attaccando duramente le posizioni del candidato repubblicano a proposito dei musulmani, definendole pericolose.

E Trump ha rincarato: “Non possiamo essere guidati da gente debole e non efficace”, ha rincarato il miliardario americano riferendosi al presidente in carica e alla rivale democratica.

Al di là degli inevitabili scontri è da tenere presente un dato importante: che queste primarie hanno registrato, comprese le consultazioni repubblicane, un record di votanti: oltre 60 milioni, superando il picco di 58-59 milioni del 2008.