Usa 2016, Trump twitta su “brogli elettorali”. Sfida aperta negli “swing states”

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Usa 2016, Trump twitta su “brogli elettorali”. Sfida aperta negli “swing states”

17 Ottobre 2016

Donald Trump oramai attacca a viso aperto non solo Hillary Clinton ma anche l’establishment repubblicano. “Si stanno verificando brogli elettorali su larga scala prima dell’election day”, ha scritto oggi su Twitter il candidato repubblicano, dopo che ieri aveva detto: “Le elezioni sono assolutamente truccate dai disonesti e distorti media che sostengono la ‘Corrotta Hillary’, ma anche in molti seggi elettorali. Triste”.

Dichiarazioni sconfessate dall’establishment del partito: primo tra tutti lo speaker della Camera Paul Ryan, secondo cui “la democrazia americana è basata sulla fiducia nei risultati delle elezioni”. Anche per il candidato Gop alla vicepresidenza, Mike Pence, il risultato del voto sarà rispettato.

Trump sempre sui social attacca i colleghi di partito: “Perchè i leader repubblicani negano quello che sta avvenendo? Sono così ingenui”. La rottura con buona parte del partito dura da più di una settimana, da quando lo stesso Ryan ha rotto la delicata tregua ritirando il proprio endorsement al candidato dopo la pubblicazione del video datato 2005 in cui Trump si lasciava andare a commenti offensivi e sessisti contro le donne.

A quel punto Trump ha detto di essere “libero da manette” e senza tanti problemi ha attaccato ancora una volta Ryan e l’intera leadership repubblicana, ripiegando nel ‘movimento’ dei suoi sostenitori. In ultimo, sono arrivate le accuse di brogli nel processo elettorale. Trump continua così una guerra aperta con la cupola del partito che non risponde ai colpi ma si concentra soprattutto sulla campagna elettorale nei singoli stati per non perdere il controllo del Senato nel voto di novembre.

È testa a testa nei tre ‘swing state’, quelli decisivi, secondo un sondaggio targato CnnOrc: Clinton guida 46% a 44% in Nevada (7% per il candidato libertario Gary Johnson), mentre in Nord Carolina l’ex segretaria di Stato è avanti solo di un punto (48% a 47%, con Johnson al 4%). Trump invece ha un vantaggio di 4 punti in Ohio: 48% contro 44% (4% a Johnson). Mercoledì sera è previsto il loro ultimo dibattito presidenziale.