Usa. Al-Waleed contro moschea a Ground Zero: “Mancanza rispetto”
28 Ottobre 2010
di redazione
Il principe saudita Al-Waleed è contrario alla costruzione di una moschea vicino a Ground Zero, il luogo in cui si verificarono gli attentati dell’11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle a New York. Lo rivela lui stesso in un’intervista esclusiva ad Arabian Business che sarà pubblicata integralmente domenica e nella quale smentisce anche di aver finanziato il progetto.
Nei suoi primi commenti pubblici sull’argomento, il principe saudita ha detto di aver "visto e sentito un sacco di notizie su di me associate con questo (la costruzione della moschea a Ground Zero, ndr) ed è tutto sbagliato. Non finanziamo" il progetto. "Sono contro la costruzione della moschea in quel luogo particolare – prosegue Sua Altezza -. E vi spiego perché. Per due ragioni: prima di tutto, le persone che sono dietro la moschea devono rispettare, apprezzare e inchinarsi di fronte alla popolazione di New York e non riaprire certe ferite dicendo ‘noi abbiamo bisogno di mettere la moschea vicino al luogo dell’11/9’ ". Secondo Al-Waleed, "far sorgere una moschea lì è una mancanza di rispetto per le persone che hanno sofferto". Ma non solo. Il principe ritiene che "la moschea debba sorgere in un luogo dignitoso. Non può stare vicino a un bar o a uno strip club, o in un quartiere che non è realmente raffinato. L’impressione che ho è che una moschea lì sarebbe schiacciata, personalmente sono contrario".
In merito al rispetto tra le religioni, Al-Waleed ha detto di credere "che i cristiani hanno il diritto di costruire chiese dove vogliono, gli ebrei hanno il diritto di costruire sinagoghe dove vogliono e i musulmani hanno il diritto di costruire moschee dove vogliono. Ma bisogna rispettare la dignità dei newyorkesi che sono stati duramente colpiti. Dieci anni è niente se si parla di storia". Per quanto riguarda il fanatismo religioso, il principe saudita ha detto che "ci sono sacche di estremismo in Israele, negli Usa e nel mondo musulmano. Ma dobbiamo combatterle con la ragione, con la logica e con la compassione. Non possiamo limitarci a dire ‘andate all’inferno’. Non lo possiamo fare".