USA: Corte Suprema sospende esecuzione

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USA: Corte Suprema sospende esecuzione

31 Ottobre 2007

Si può ormai parlare di moratoria di fatto negli Usa per la pena di morte.

La Corte Suprema federale di Washington ha di nuovo fermato la mano del boia in Mississippi quando ormai il condannato aveva consumato l’ultimo pasto e stava incamminandosi verso la camera dell’iniezione letale.

Earl Wesley Berry, il condannato del Mississipi, avrebbe dovuto morire alle 18 ora locale, la mezzanotte in Italia, nel penitenziario statale di Parchman. Aveva consumato l’ultimo pasto (salsicce e braciole di maiale, cipolle, patate, torta di pecan) e passato la giornata a piangere, ma, come riferiscono le autorità del carcere, non aveva mai mostrato rimorso per la morte di Mary Bounds, la sua vittima, rapita e uccisa nel 1987 a forza di botte fuori da una chiesa.

A metà giornata era arrivato il primo verdetto della Corte di Washington. Negativo. Su una materia tecnica. Intanto i parenti della donna uccisa si radunavano nell’ala a loro riservata del braccio della morte. Più consistente era stato il secondo ricorso che contestava la costituzionalità dell’iniezione letale, una materia su cui la Corte Suprema il 25 settembre ha accettato di pronunciarsi. Da allora molti stati hanno adottato una moratoria di fatto delle esecuzioni. Il verdetto sul caso del Mississippi non fa che consolidare la tendenza alla pausa di riflessione.

L’ultimo stop al boia era venuto in Alabama: una corte d’appello federale aveva bloccato il 24 ottobre l’esecuzione di un malato terminale. E anche l’ultima iniezione letale, quella del 25 settembre in Texas poche ore prima che si pronunciassero i magistrato di Washington, è al centro in questi giorni di polemiche: il giudice locale rifiutò di accogliere un ricorso dell’ultima ora degli avvocati, presentato con 20 minuti di ritardo per un problema con un computer. Se lo avesse accolto anche quell’uomo oggi sarebbe in vita.

Il sistema dell’iniezione letale, basato su un cocktail letale di tre sostanze, è oggi usato in 36 dei 37 Stati americani dove è in vigore la pena di morte: l’unica eccezione è il Nebraska dove viene impiegata ancora la sedia elettrica. Dall’inizio dell’anno sono state giustiziate 42 persone negli Usa contro le 53 del 2006. Moratoria di fatto, quindi.