Usa, dati molto deludenti. La crescita è inferiore alle previsioni
05 Giugno 2016
I deludenti dati sull’occupazione in Usa non permettono alla Fed un rialzo del tassi di interesse come era stato,invece, annunciato. Sono stati creati ‘solo’ 38.000 nuovi posti di lavoro a maggio: il numero più basso di occupati in quasi sei anni. Il tasso di disoccupazione nel frattempo è sceso al 4,7%.
Molto deludente il dato, tanto atteso, sui posti di lavoro creati a maggio nei settori di industria e servizi negli Stati Uniti. A fronte di un’aspettativa da parte del consenso di 160.000 nuovi posti di lavoro creati, il dato effettivo è stato non superiore a 38.000 posti. I nuovi posti di lavoro creati dal settore privato sono invece cresciuti di 25.000 unità.
Lo ha reso noto il Dipartimento del Lavoro Usa, aggiungendo che sempre a maggio il tasso di disoccupazione è sceso tuttavia al 4,7%, meglio del 5% atteso, con il tasso di partecipazione in calo al 62,6%. La retribuzione media oraria è invece salita in linea con il consenso dello 0,2% mensile, a 25,6 dollari.
Il consigliere economico della Casa Bianca, Jason Furman, ha, infatti, puntualizzato che il “numero di deludente” e “notevolmente al di sotto delle aspettative e al ritmo di crescita degli ultimi mesi.”
Lo sciopero nel settore delle telecomunicazioni ha pesato, sicuramente, per l’occupazione e numerosi posti di lavoro sono stati persi nel settore minerario e manifatturiero. Il settore sanitario, invece, ha registrato una crescita di 46.000 posti di lavoro.
La Federal Reserve si è vista scoraggiata rispetto al suo proposito di alzare i tassi di interesse alzerà i tassi di interesse, nella prossima riunione del 15 giugno, davanti alla stop della crescita.
Infatti, Lael Brainard, membro del consiglio delal Fed, ha detto: “I dati in relazione al mercato del lavoro di oggi, a conti fatti suggeriscono che il mercato del lavoro ha rallentato”.
I referendum della Gran Bretagna, in cui ci si gioca l’uscita dall’Unione europea, si terrà il 23 giugno, quindi circa una settimana dopo la riunione della Fed, che potrebbe destabilizzare i mercati finanziari mondiali. “I mercati finanziari internazionali sono strettamente legati alla reazione avversa nei mercati finanziari europei e quindi potrebbero influenzare i mercati finanziari degli Stati Uniti, e, attraverso di loro, la vera e propria attività negli Stati Uniti”, ha sottolineato Brainard.
Intanto i mercati europei hanno reagito male ai nuovi dati americani. Milano cede lo 0,7% dopo essere tornata in positivo a metà seduta. Anche Parigi e Francoforte sono in territorio negativo, per circa lo 0,2%. I numeri molto deludenti in arrivo da Oltreoceano stanno, come prima evidenziato, rafforzando molto l’euro, il che non è una buona notizia per le vendite di made in Italy negli Usa, tra i principali partner commerciali dell’Italia.