Usa: fermata esecuzione in Nevada
16 Ottobre 2007
di redazione
La più alta
corte del Nevada ha sospeso all’ultimo minuto ieri sera l’esecuzione capitale
di un ex operaio edile, stabilendo che si deve aspettare la sentenza della
Corte suprema Usa sulla questione dell’iniezione letale e che i metodi per
mettere a morte le persone scelti dallo stato prevedono troppi sedativi.
William
Castillo, di 34 anni, doveva morire con iniezione letale nella prigione dello
stato del Nevada – uno dei più vecchi penitenziari del paese – a Carson City.
Ma ieri sera, la
Corte suprema del Nevada ha accettato il ricorso dell’Unione americana per le
libertà civili per sospendere l’esecuzione in attesa della pronuncia della
Corte suprema Usa sulla costituzionalità dell’iniezione letale.
La corte del
Nevada ha anche detto che i metodi scelti dallo stato sono crudeli e inusuali,
perché il carcerato viene sedato così pesantemente che è impossibile per i
testimoni determinare gli effetti reali dell’iniezione.
Quest’anno sono
stati uccise 24 persone nelle carceri Usa, secondo il Centro d’informazioni
sulla pena di morte. Il Texas è di gran lunga lo stato più attivo nelle
esecuzioni capitali.
Trentasette dei
38 stati Usa che adottano la pena di morte e il governo federale usano
l’iniezione letale per le esecuzioni.