Usa, Guardian contro segretario di stato Trump. Ma Bush sostiene Tillerson
19 Dicembre 2016
Rex Tillerson, il ceo di Exxon Mobil scelto da Trump come segretario di Stato, è il direttore di un’azienda petrolifera russo-americana con base alle Bahamas, noto paradiso fiscale. Il Guardian attacca l’amministrazione Trump, citando documenti del 2001 fatti filtrare da una talpa alla Sueddeutsche Zeitung. Tillerson sarebbe stato il direttore della sussidiaria russa Exxon Neftegas dal 1998. Non si tratta però di un incarico illegale, come deve ammettere lo stesso Guardian, anche se per il giornale inglese la vicenda potrebbe alimentare le critiche sulla nomina di Tillerson.
Per Trump è anche l’ultima grana nel giorno in cui deve affrontare la sfida elettorale con il voto dei 538 grandi elettori che dovranno confermare la sua elezione prima del giuramento come 45esimo presidente degli Stati Uniti.
L’ex presidente George W. Bush, che lo scorso novembre ha confermato di non aver votato per il candidato repubblicano, ha raccomandato ai repubblicani di sostenere la nomina del segretario di Stato nelle prossime audizioni di conferma al Senato. A renderlo noto è stato Bob Corker, il capo della commissione Esteri del Senato dove si svolgeranno le audizioni, che ha detto di aver parlato della nomina di Tillerson con Bush.
“Ho apprezzato la telefonata che ho ricevuto dall’ex presidente George W.Bush, che ha lodato molto Tillerson e offerto il suo sostegno per la nomina”, ha detto Corker. Il messaggio è rivolto in particolare a John McCain, Lindsey Graham e Marco Rubio che hanno espresso scetticismo sulla scelta di Trump per la guida del dipartimento di Stato e preoccupazione per l’eccessiva vicinanza di Tillerman a Vladimir Putin ed il rischio di conflitto di interessi considerata la sua attuale posizione alla guida del gigante petrolifero.
Il segretario di stato americano uscente John Kerry ha parlato con il suo successore designato Rex Tillerson al quale ha rinnovato l’offerta del proprio sostegno per una agevole transizione nella carica. Lo ha annunciato il Dipartimento di stato Usa in una nota diffusa oggi. Kerry – si legge nella nota – “ha offerto il proprio sostegno personale e il sostegno del Dipartimento di stato, per una transizione senza impedimenti” al fine di “proseguire nell’avanzamento degli obiettivi di politica estera degli Stati Uniti in tutto il mondo”. Tutto è bene quel che finisce bene?