Usa. Il Gop lancia la sua promessa all’America: “Taglieremo spese e tasse”
23 Settembre 2010
di redazione
Nel 1994 è stato il "Contract of America" a permettere la riscossa repubblicana dopo la vittoria di Bill Clinton, e la conquista del controllo del Congresso dopo 40 anni di dominio democratico. Ora il Grand Old Party contro Barack Obama lancia la sua "Pledge to America", la solenne promessa di limitare e congelare le spese federali, ridurre il deficit, e quindi anche le tasse, una volta vinta la maggioranza al Congresso alle elezioni del due novembre.
"La necessità di un’azione urgente per sanare la nostra economia e ridare al popolo non può essere considerata un’esagerazione" si legge in una bozza del documento che verrà presentato ufficialmente dai leader del partito questa mattina alle 10, proprio mentre Barack Obama interverrà al Palazzo di Vetro per il discorso inaugurale della sessione dell’Assemblea Generale. Non solo l’orario ma anche la location della presentazione è stata scelta con cura, non la Capitol Hill del potere, ma un negozio di ferramenta a Sterling, piccolo sobborgo appena fuori la Beltway, una sorta di raccordo anulare, di Washington. Un modo, insomma, per dare l’immagine di un partito che si collega ai lavoratori e alle famiglie, e non è il "partito del no", come viene definito il Gop da Obama e dai democratici per stigmatizzare l’opposizione dei repubblicani a programmi e leggi tesi ad aiutare gli americani travolti dalla crisi economica.
Nel "Pledge" i repubblicani, naturalmente, spingono sul pedale dell’insofferenza della loro base elettorale per le ingenti spese federali, vissute come una minaccia di maggiore pressione fiscale, determinate dalle riforme di Obama. E insistono, soprattutto, sulla promessa di sostituire, una volta ottenuto il controllo del Congresso, di sostituire la storica riforma sanitaria approvata dai democratici con una versione molto più ridotta e meno costosa per il governo.
Nel documento di 21 pagine – in cui viene citato, ovviamente, il Ronald Reagan, ma anche John Kennedy – si articola il programma elettorale in cinque punti: la spesa, il lavoro, le riforme, la sicurezza nazionale e, appunto, la sanità. Per quanto riguarda le spese federali, si fissa l’obiettivo di tornare ai livelli del 2008, a parte quelle per la sicurezza, cosa che significherebbe spazzare via una serie di programmi grandi e piccoli varati in questi due anni dall’amministrazione democratica per contrastare la crisi ed aiutare le famiglie americane.
Facendo proprio il populismo Tea Party, che ha dimostrato con i successi alle primarie e con il modo in cui sta preparando un efficace macchina da guerra elettorale di poter essere un elemento cruciale per l’eventuale vittoria repubblicana a novembre, nel piano viene presentata l’iniziativa "You cut", attraverso la quale i cittadini potranno indicare online al Congresso quali sono i programmi e le spese da tagliare.
Per quanto riguarda il lavoro, il Gop ribadisce che si opporrà ad ogni aumento fiscale per il 2011 difendendo i tagli varati dall’amministrazione Bush. In effetti, Obama intende mantenere i tagli per tutti gli americani, a parte la piccola percentuale di "milionari e miliardari", come ripete ormai quotidianamente il presidente che non ha esitato ad includersi nel novero, che superano il 200mila dollari di reddito individuale, o 250mila familiare. Per quanto riguarda la politica estera e di sicurezza, i repubblicani affermano che considerano "il presidente Obama responsabile" per ogni ex detenuto di Guantanamo tornato al terrorismo e si oppongono ai processi dei terroristi sul suolo americano. Poi promettono una linea molto più dura con Teheran e finanziamenti per il progetto di difesa missilistica, dopo che Obama ha ufficialmente accantonato quello ideato da Bush. Ancora prima dell’annuncio ufficiale, i democratici hanno bollato il programma come una "minestra riscaldata" delle idee adottate dall’amministrazione Bush e che hanno portato il paese alla crisi e all’enorme deficit che ora Obama deve fronteggiare.
"I repubblicani promettono di trasferire posti di lavoro all’estero, di scavare un buco da 700 miliardi di dollari per tagliare le tasse a milionari e miliardari, di trasformare la previdenza sociale da un diritto garantito a un azzardo garantito, di rendere di nuovo le famiglie americane soggette all’irresponsabilità di Wall Street e di togliere ai pazienti i loro diritti" ha dichiarato il portavoce della Speaker Nancy Pelosi.