Usa, il Senato è già comunque dei Repubblicani: l’epic fail dell’intellighenzia

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Usa, il Senato è già comunque dei Repubblicani: l’epic fail dell’intellighenzia

04 Novembre 2020

L’epic fail dei sondaggisti e degli opinionisti che piacciono alla gente che piace, in attesa che il controverso spoglio elettorale riprenda, sta in una certezza che numeri alla mano può già darsi per acquisita: la conferma del Senato Usa in mano al partito repubblicano.

Proprio così: ancor più della sfida presidenziale, era stata la competizione senatoriale a far dire ai nostri eroi pieni di fallaci certezze che l’America avrebbe certamente “cambiato verso”. Nessuna smentita fu mai più clamorosa: a conti fatti, comunque vada la partita, il Senato i repubblicani lo hanno già conquistato.

Il calcolo è presto fatto. In base agli aggiornamenti dell’Associated Press, i seggi già attribuiti sono 47 a 45 per il partito di Donald Trump. Altri partiti al di fuori di quelli principali hanno preso due seggi. Per la maggioranza assoluta occorre avere 51 senatori.

Nel Michigan, con il 76 per cento di voti scrutinati il candidato repubblicano è avanti rispetto all’antagonista democratico di 52,6 a 45,6 per cento. Nel Maine, a quota 85 per cento dello scrutinio, il vantaggio è di 50,7 a 42,7 per cento. In North Carolina, la forbice di distacco è 48,7 per cento a 46,9, ma lo spoglio è già arrivato a quota 93 per cento. In Alaska siamo ancora al 37 per cento dello scrutinio ma il risultato parziale, 61,7 per il candidato repubblicano contro il 33,7 del candidato democratico, conferma quel che già si sapeva e cioè che in questo Stato l’esito della competizione è scontato.

Solo considerando questi quattro Stati dunque, e sommandoli ai 47 seggi già conquistati con certezza, il partito repubblicano può già contare sulla maggioranza assoluta. Se a ciò si aggiunge il vantaggio che si registra anche altrove, come ad esempio in Georgia, la previsione somiglia a una certezza.

Il che, in attesa dei dati complessivi di queste elezioni presidenziali, due conclusioni consente già di trarle. Che anche se Biden (chissà in che modo) dovesse spuntarla, per lui governare non sarebbe una passeggiata. E che, sempre che non si tratti di tentativi di condizionamento in malafede, nella migliore delle ipotesi l’intellighenzia che pensava di aver capito tutto di ciò che si muove nel profondo della società del nostro tempo, ancora una volta non ci ha capito niente.