Usa, la Corte Suprema si rifiuta di esaminare il caso di un bagno transgender
06 Marzo 2017
Negli Stati Uniti torna alla ribalta la questione dei “bagni per transgender”. Dopo il provvedimento adottato nelle scorse settimane dal dipartimento della Giustizia della nuova Amministrazione Trump che ripristinava la situazione pre-obamiana secondo cui maschi e femmine devono frequentare toilette in base al sesso di nascita e non a quello percepito, ora la Corte Suprema si è rifiutata di esaminare un caso che chiedeva di esprimersi proprio su quali bagni pubblici debbano usare i transgender.
Il caso in questione è quello di Gavin Grimm, un ragazzo transgender della Virginia che ha fatto causa alla sua Scuola dopo che la stessa nel 2014 gli aveva vietato di usare i wc per uomini. Grimm infatti è nato femmina.
Ora i nove giudici della Corte hanno rimandato indietro il caso al tribunale d’Appello che aveva permesso a Grimm di usare il bagno relativo al sesso in cui si identifica, chiedendo al giudice di riesaminare la questione alla luce della nuove disposizioni dell’amministrazione Trump.
Una decisione che, come per quanto accaduto per il decreto del dipartimento della Giustizia, solleverà il classico polverone studiato ad arte dagli alfieri del politically correct che, non riuscendo ancora ad accettare il risultato elettorale, non perdono occasione per tacciare di razzismo e discriminazione il Don e i suoi provvedimenti.