Usa. L’America ha perso 3,6 milioni di posti di lavoro con la recessione
06 Febbraio 2009
di redazione
Durante la recessione in corso gli Stati Uniti hanno perso 3,6 milioni di posti di lavoro, pari al 7,6%, il calo peggiore del dopoguerra, scrive l’agenzia Bloomberg. In pratica è come se l’intera popolazione della Lituania sarebbe oggi disoccupata.
Solamente nel mese di gennaio sono state 598.000 le persone che hanno perso il proprio impiego, molto più della stima media degli analisti secondo il sondaggio dell’agenzia Bloomberg. E’ la perdita più elevata da 34 anni. Il dato, comunicato dal Dipartimento del Lavoro, è peggiore delle attese. Il tasso di disoccupazione è salito dello 0,4%, al 7,6%, livello massimo dal settembre 1992. Sono inoltre stati rivisti i dati di dicembre, quando i posti di lavoro persi sono stati pari a 577mila unità.
Il settore manifatturiero ha perso 207.000 posti di lavoro, il calo più forte da ottobre 1982, dopo i 162.000 persi a dicembre. Nel solo comparto automobilistico si sono persi 31.300 posti. Nell’ edilizia sono andati persi 111.000 posti dopo gli 86.000 di dicembre mentre nei servizi i posti di lavoro scomparsi ammontano a 279.000 dopo un taglio di 327.000 posti a dicembre. Da questo bagno di sangue si salva il settore pubblico che dopo aver perso 10.000 posti a dicembre, ne recupera 6.000 a gennaio.
Alla notizia del dato sulla disoccupazione americana le borse europee hanno ampliato i guadagni dopo , salita al 7,6% a gennaio con la perdita di 598 mila posti lavoro. Il dato, pur essendo peggiore delle attese, è stato più volte citato dal presidente Usa Barack Obama come punto di forza per far approvare dal Senato il piano di rilancio dell’economia. Parigi guadagna lo 0,85%, Francoforte l’1,28% e Londra lo 0,71%. A Milano il Mibtel segna +1,29% e l’S&P/Mib +1,45%.