Usa. Leader Talebani rivendica sparatoria, ma l’Fbi non ci crede
04 Aprile 2009
di redazione
Il leader dei militanti talebani del Pakistan Baituallah Mehsud ha rivendicato oggi la responsabilità dell’attacco di ieri al centro immigrati nello stato di New York, nel quale sono morte 14 persone incluso l’autore della strage.
"Accetto la responsabilità. Erano miei uomini. Ho dato loro gli ordini per una reazione agli attacchi dei droni statunitensi", ha detto Mehsud alla Reuters via telefono da una località segreta. Ieri un uomo armato con due pistole, Jiverly Voong, 42 anni, di origini vietnamite, ha seminato il sangue tra immigrati di varie nazionalità nel centro servizi della American Civic Association di Binghamton, 200 km a nord-ovest di New York, uccidendo 13 persone, ferendone almeno venti, e poi suicidandosi dopo una trattativa con la polizia.
Ad alimentare gli iniziali dubbi sulla dinamica era stata la vista, da parte dei testimoni, di due persone in apparenza asiatiche portate via in manette dalla polizia, che però ha poi chiarito che non erano coinvolte nella sparatoria e che Voong, da poco licenziato dall’Ibm, risultava aver agito da solo.
La notizia della rivendicazione di Baitullah Mehsud sulla strage di ieri negli Stati Uniti sta rimbalzando su tutti i media pachistani e indiani. Baitullah Mehsud è il capo talebano, ritenuto molto vicino ad Al Qaida, e che ha rivendicato l’attentato alla scuola di polizia di Lahore della settimana scorsa. È sospettato di essere il mandante dell’attentato costato la vita alla premier pachistana Benazir Buttho e l’autore di decine di attentati contro le forze della Nato in Afghanistan.
A lui è stato fra l’altro attribuito l’attacco di un kamikaze suicida il 26 marzo in un ristorante di Jandola che ha causato 12 morti. Nato all’inizio degli anni ’70, è emerso come leader tribale di primo piano nel 2004 alla morte di Nek Mohammad. In una cerimonia a cui assistettero cinque prominenti leader talebani, fra cui Mullah Dadullah, Baitullah è stato nominato governatore per conto del Mullah Omar in una importante regione del Waziristan meridionale.
La replica dell’Fbi americano non si è fatta attendere. L’Fbi ha fatto sapere di non dare alcun credito alla rivendicazione della strage di ieri in un centro per l’accoglienza agli immigrati negli Stati Uniti, fatta in Pakistan da un leader dei talebani, Baitullah Mehsud. Fonti del Bureau statunitense hanno detto di scartare "con fermezza" ogni ipotesi di un collegamento della vicenda con i talebani.
Mehsud nei giorni scorsi aveva lanciato minacce di attentati a Washington, in particolare contro la Casa Bianca, dopo che il Dipartimento di Stato ha messo una taglia di 5 milioni di dollari per la sua cattura.