Usa. Marcia indietro su gay in esercito, torna “don’t ask, don’t tell”
21 Ottobre 2010
di redazione
L’interdizione ai gay dichiarati nelle forze armate americane è stata ristabilita temporaneamente da una corte d’appello federale. La Corte d’appello di San Francisco ha autorizzato temporaneamente le autorità militari a continuare ad applicare la legge "don’t ask, don’t tell" (non chiedere, non dire), che vieta ai soldati gay di rivelare il loro orientamento sessuale, sotto pena di espulsione.
La legge era stata dichiarata anticostituzionale dal giudice federale della California Virginia Phillips, in quanto discriminatoria nei confronti degli omosessuali. Il magistrato aveva vietato alle autorità militari di applicarla. La Corte d’appello federale di San Francisco ha deciso di ristabilire temporaneamente la legge, nelle more del processo di appello promosso dall’amministrazione Obama. Quest’ultima, pur favorevole all’abrogazione della norma, ritiene che sulla materia si debba pronunciare il Congresso, e non la magistratura.
L’esigenza dell’amministrazione Obama di gestire in maniera graduale il cambiamento di politica sui gay, ha però creato una certa confusione, in un momento politico delicato come la vigilia delle elezioni di midterm del 2 novembre, quando si rinnova parte del Congresso.
Martedì, in seguito all’ordinanza del giudice federale californiano Virginia Phillips, il Pentagono aveva annunciato che avrebbe accettato anche le reclute apertamente omosessuali. La portavoce Cynthia Smith aveva sottolineato che, come in passato, nessuno avrebbe posto ai candidati domande sul loro orientamento sessuale. Tuttavia se questi avessero deciso spontaneamente di dichiararsi omosessuali non sarebbero stati respinti. "Noi continuano a non chiedere, quindi starà al richiedente decidere se dare o meno questa informazione al reclutatore", aveva spiegato la Smith. Chi si dichiara omosessuale, aveva però aggiunto, sarà però avvertito che "un capovolgimento giuridico può avvenire in ogni momento".
Non è chiaro se e quante aspiranti reclute si siano da allora dichiarate omosessuali e quali conseguenze avrà ora per loro la nuova sentenza. Un documento del Pentagono sui modi per permettere l’ingresso di soldati apertamente gay nell’esercito, un cambiamento sostenuto dal capo del Pentagono Robert Gates, è previsto per il 1 dicembre. Secondo le associazioni gay, da quando è stato introdotto il don’t ask don’t tell nel 1993, sono 10mila gli omosessuali che sono stati espulsi dall’esercito una volta scoperto il loro orientamento sessuale.