Usa. Monito di Bill Clinton alla destra populista: “Basta eccessi”
17 Aprile 2010
di redazione
Attenta America, le parole pesano. L’ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton ha ammonito in questi termini la destra americana per la deriva populista estremista che negli Stati Uniti sta attraversando la protesta anti-Obama. Se si continua a dare spazio ai toni incendiari come quelli attualmente usati dai Tea Parties, "non vorrei che ci succedesse qualcosa di brutto".
Clinton ha fatto riferimento al più grave episodio di terrorismo subito dagli Usa dopo gli attacchi dell’11 settembre, l’attentato del 19 aprile 1995 al palazzo del governo di Oklahoma City. Secondo Clinton, i toni estremi di oggi possono portare allo stesso clima di violenza che, quindici anni fa, portò a quella strage: 168 morti, di cui 19 bambini sotto i 6 anni. Tutti americani, uccisi da terroristi americani.
Clinton ha lanciato questo allarme intervenendo a Washington ad un evento organizzato dal Center for American Progress Action Fund, e lo ha quindi ribadito in un’intervista esclusiva concessa alla CNN. Attenta America – ha detto – stai dando troppo spazio alle proteste populiste di estrema destra, questo potrebbe innescare rischi seri. La libertà di espressione va sempre tutelata, ma bisogna stare attenti a ciò che si dice perché "le parole che usiamo pesano".
La strage di Oklahoma City del 1995 segnò profondamente il suo primo mandato presidenziale. "Quella strage fu figlia di una rabbia contro il governo analoga a quella di oggi" ha detto Clinton. Crebbe nell’arco di due anni: nel 1993 milizie armate di estrema destra avevano cominciato ad accusare lo Stato di complottare con l’Onu per "rubare la libertà" e quella demonizzazione costante e continua della Casa Bianca aveva preso piede a tal punto da sfociare nel più grave atto di terrorismo interno della storia americana: il 19 aprile 1995 un militante di estrema destra, Timothy McVeigh, ex militare di 27 anni, fece esplodere con un camion imbottito di esplosivi l’Alfred Murrah federal Buinding di Oklahoma City. Fu una carneficina: 168 morti, tra cui 19 bambini. Al processo, prima della sua condanna a morte (eseguita nel 2001), McVeigh disse che lo aveva fatto perché "odiava il governo".
Secondo Bill Clinton, la rabbia di oggi di certi gruppi è analoga alla rabbia di allora. Nell’ultimo periodo, i toni contro Barack Obama sono diventati eccessivi. La deputata del Minnesota Michele Bachmann, parlando alla manifestazione dei Tea Parties a Washington, ha definito l’amministrazione Obama come "un governo di gangster"; giornalisti come Glenn Beck o Rush Limbaugh quotidianamente paragonano Barack Obama a Stalin o a Hitler; l’ex candidata repubblicana alla vicepresidenza, Sarah Palin (mai nominata da Clinton) ha invitato gli americani "a ricaricare i fucili e riappropriarsi della patria". "Le parole che usiamo pesano – ha ammonito Bill Clinton -. Raggiungono non solo chi è serio, ma anche chi è seriamente squilibrato". Se si continua a soffiare sul fuoco in questi termini, si rischia di "fare accadere qualcosa di brutto".