Usa. Obama promette protezione di identità e sicurezza per agenti Cia

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Usa. Obama promette protezione di identità e sicurezza per agenti Cia

21 Aprile 2009

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto ieri in un discorso al quartier generale della CIA che combatterà con tutte le sue forze per "proteggere le identità e la sicurezza" degli agenti della agenzia. Obama ha spiegato di avere reso pubblici i memorandum sulle tecniche di interrogatorio della Cia "perché si trattava di circostanze eccezionali".

Obama, che ha ricevuto una accoglienza straordinariamente calorosa dal personale della Cia, ha detto di avere reso pubblici i memorandum segreti sulle tecniche di interrogatorio "perché la natura segreta delle informazioni era già stata compromessa".

Il presidente ha cercato di rassicurare i dipendenti della Cia sottolineando "di avere combattuto in passato per proteggere la sicurezza delle informazioni segrete e così farò in futuro". Obama ha messo in evidenza che gli Stati Uniti "sono più forti quando possono esercitare la potenza dei loro valori, compreso il rispetto della legge" anche quando la battaglia è contro nemici, come Al Qaida, che non rispettano alcuna regola.

"Non siate scoraggiati da ciò che è successo nelle ultime settimane – ha detto Obama -. Non siate scoraggiati dal fatto che abbiamo ammesso degli errori. È così che si impara. E la nostra disponibilità a fare queste ammissioni dovrebbe renderci tutti più orgogliosi nella consapevolezza di essere dal lato giusto della Storia".

Il discorso di Obama si riferiva ad un articolo apparso sul New York Times relativo al memorandum del dipartimento della giustizia americano. Secondo quanto è trapelato, la tecnica di interrogatorio "duro" del "waterboarding" è stata impiegata 266 volte nei confronti di due esponenti di al Qaeda da parte degli uomini della Cia, molto più spesso quindi di quanto non era stato reso noto in precedenza, da quando è esploso lo scandalo. Contro Khalid Shaikh Mohammed, il pianificatore degli attacchi dell’11 settembre, la tecnica di interrogatorio duro era stata usata nel marzo del 2003 183 volte. 

Nel solo mese di agosto del 2002, negli interrogatori di Abu Zubaydah, la procedura che consiste nell’immergere la testa del detenuto nell’acqua per farlo parlare, era stata usata 83 volte. L’ex ufficiale della Cia, John Kiriakou, aveva invece spiegato in diverse interviste nel 2007 che contro Abu Zubaydah era stato impiegato il waterboarding solo una volta e per 35 secondi, e questo era stato sufficiente perché l’operativo di al Qaeda accettasse di rendere una confessione completa.