Usa. Obama scherza su Cheney e waterboarding

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Usa. Obama scherza su Cheney e waterboarding

10 Maggio 2009

Ieri un Obama più in vena del solito ha intrattenuto la platea dei giornalisti con una raffica di battute. Hillary? Meglio non abbracciarla dopo che è tornata dal Messico. Biden? Un gran chiacchierone che non avrebbe bisogno di essere torturato da Al Qaeda per parlare. Ma il vero bersaglio è stato l’ex vicepresidente Cheney.

“Non vedo tra noi Dick Cheney – ha detto ironicamente il mattatore della Casa Bianca – credo che sia impegnato a scrivere il suo libro di memorie. S’intitola ‘Come sparare agli amici e interrogare la gente”. Grandi risate generali dei presenti, visto che ormai, superato il trauma dell’11 Settembre, gli americani, anche quelli conservatori (guardate il video di Fox News sulla legacy di Cheney), si sentono al sicuro.

Si può anche stare allo scherzo, ma suona un po’ di cattivo gusto questo prendersela con un uomo malato, che – al di là dei suoi meriti e dei suoi errori – ha servito il suo Paese in uno dei momenti più difficili della sua storia. Cheney ha definito il giorno dell’incidente di caccia in cui freddò un conoscente “il peggiore della mia vita”. 

Al di là dei complotti che lo vedono al centro di tutte le catastrofi americane degli ultimi 10 anni, dalla Enron all’Iraq, Cheney rimarrà agli annali come il più potente vicepresidente degli Usa, un convinto sostenitore della necessità di ampliare i poteri della presidenza. E non è tipo da rimangiarsi nulla, da Noriega alla prima Guerra in Iraq, fino al waterboarding – la forma di interrogatorio difesa strenuamente sia da lui che dalla figlia Liz.

La sua percentuale di approvazione dopo l’attacco alle Torri Gemelle era del 68 per cento. Nel 2007 era scesa al 30 per cento. Ma intervistato dalla CNN, il vecchio leone non ha esitato: “Se mi guardo indietro sono convinto che abbiamo salvato la vita di molti americani, e il modo in cui ci siamo difesi dalle minacce sarà probabilmente il nostro risultato migliore”.