Usa, Rubio: “Dialogare con l’Islam”. E’ scontro con Trump

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Usa, Rubio: “Dialogare con l’Islam”. E’ scontro con Trump

11 Marzo 2016

La strategia di Trump era quella di attirare l’attenzione dell’establishment repubblicano, a lui avverso, ricordando che la sua campagna sta generando il sostegno anche di molti non repubblicani che potrebbero portate il partito alla vittoria nelle presidenziale dell’8 novembre.

 

Non è riuscito a manterere troppo la calma, però, nel ricordare quello che per lui è il più grande problema: "abbiamo un grande problema di odio. C’è un odio enorme da parte dei seguaci dell’islam". Infatti ha rinnovato la sua proposta di un divieto temporaneo di ingresso negli Stati Uniti per i musulmani.

Rubio, Cruz e Kasich hanno smesso di attaccare il magnate da punto di vista personale e hanno contrattaccato riportando la discussione su alcune posizioni politiche di Trump. 

 

Rubio ha così offerto un nuovo punto di vista, sicuramente meno drastico, da cui osservare la situazione: "Dobbiamo mantenere buoni rapporti con i Paesi musulmani in Medioriente perché ci aiutino nella lotta contro lo Stato islamico. Là fuori molti musulmani hanno la divisa degli Stati Uniti e sono disposti a morire per difendere il nostro Paese. Questi sono musulmani che amano l’America". 

 

Insomma, è scontro Trump-Rubio sull’Islam. Se da un lato il tycoon newyorchese ribadisce come "i musulmani ci odiano", dall’altro l’avversario di origini cubane rilancia con: "Un presidente non può dire quello che vuole, perché quello che dice ha conseguenze in patria e nel mondo".

Immigrazione, Islam, lotta all’Isis e Cuba sono questi i temi su cui, sostanzialmente, in casa repubblicana, si stanno giocando la corsa alla Casa Bianca. E sono emerse con evidenza tutte le loro differenze dal palco dell’università di Miami. Alle primarie della Florida mancano quattro giorni e il dibattito si è fatto più pacato. Decisamente in controtendenza  rispetto a quanto visto fino ad ora.

 

Anche  Trump è apparso, sostanzialmente, più tranquillo del solito, tanto che sui social media qualche commentatore politico si è chiesto ironicamente cosa avessero messo nell’acqua dell’ateneo di Miami. 

Sarà che forse si sente più appagato grazie all’ultimo endorsement molto pesante e per nulla scontato: quello dell’ex chirurgo Ben Carson, ritiratosi dalla corsa giorni fa e che con la sua mossa ha spiazzato molti dei suoi sostenitori.
A maggior ragione alla luce di questo, le primarie in Florida e in altri quattro stati martedì prossimo saranno per Marco Rubio, Ted Cruz e John Kasich quasi un’ultima spiaggia.  

 

A giocarsi tutto sono soprattutto Rubio e Kasich, che se dovessero perdere in Florida e Ohio, sarebbero praticamente fuori. E anche per questo proprio Rubio è stato quello che ha attaccato maggiormente Trump. Sull’immigrazione, quando il tycoon per una volta non ha parlato del muro, ma rilanciato la proposta di sospendere la carta verde per i lavoratori stranieri: "Io la uso, ma non dovrebbe essere permesso. E’ un grande male per i lavoratori americani".  

 

Intanto da un sondaggio del "Wall Street Journal" è emerso che la contrastata campagna elettorale per la Casa Bianca sta generando un filo di incertezza sul futuro dell’economia americana. Addirittura l’80% degli economisti intervistati, è convinto che, se dovessero vincere Donald Trump o Bernie Sanders, aumenterebbero i rischi di un peggioramento della situazione