Usa, test dna sbagliati in 27 condanne a morte. Fbi “aiuta” abolizionisti
18 Luglio 2013
di redazione
Sarebbero almeno 27 le condanne a morte effettuate negli Usa e viziate da errori nel test di DNA sui capelli. Lo dice l’FBI, che ha registrato errori del genere in 120 casi giudiziari su oltre 21.000 analizzati. Il periodo analizzato va dal 1982 al 1999. Sempre secondo il Bureau, già dagli anni Settanta un manuale interno invitava gli investigatori a prendere con le molle i collegamenti automatici tra capelli e scene del crimine. I risultati a cui giunge oggi l’FBI, avvalendosi del lavoro di decine di esperti del Dna dei capelli, erano stati comunque anticipati da una lunga inchiesta pubblicata lo scorso anno dall’autorevole Washington Post. Si riapre quindi la speranza per i condannati a morte che aspettano la sentenza nelle carceri americane. Il lavoro svolto dai Federali infatti avrebbe già portato alla sospensione della esecuzione di Jerome Manning, condannato per omicidio nei primi anni novanta, scatenando una corsa delle autorità giudiziarie dei singoli Stati americani e delle Contee verso un adeguamento o una verifica degli standard utilizzati nelle indagini, compreso quel Texas con il record dei condannati a morte. Secondo il consigliere legale dell’FBI, la decisione di procedere a nuovi test e analisi è stat presa direttamente dal direttore dell’agenzia, Robert S. Mueller III.