Usa, Trump va in Ohio, annuncia Mattis al Pentagono e attacca Obama sull’immigrazione
02 Dicembre 2016
Primo comizio per Donald Trump dopo le elezioni. Il presidente eletto ha parlato in Ohio. “Siamo un paese diviso ma non resteremo divisi a lungo, riunirò il Paese, per vincere c’è bisogno di tutti gli americani, senza distinzione di razza, età, reddito, geografia, ora è tempo di unirsi”. Trump ha confermato l’intenzione di costruire un grande muro al confine con il Messico e di abolire l’Obamacare.
Donald Trump ha poi annunciato la scelta del segretario alla Difesa. Sarà il generale in pensione James Mattis. Lo ha annunciato lo stesso Trump parlando dall’Ohio, dove è iniziato il suo “thank you tour“, una serie di comizi per ringraziare gli elettori. Mattis ha guidato l’esercito americano nel Medio Oriente fino a quattro anni fa, quando ha lasciato il servizio.
“Mad Dog”, letteralmente “cane pazzo” è così che lo chiamano. E infatti è considerato un super-falco il generale dei Marines in pensione James Mattis, che ieri sera Donald Trump ha designato come suo prossimo segretario alla Difesa. Mattis, 66 anni, completa i ranghi degli esperti di sicurezza nazionale nominati da Trump, affiancandosi al generale Michael Flynn (National Security Advisor) e al deputato repubblicano Mike Pompeo designato per guidare la Cia.
Per decenni ha prestato il suo servizio nei Marines ed è conosciuto come uno dei leader militari più influenti della sua generazione. Dal suo ritiro ha collaborato alla Hoover Institution, un think tank della Stanford University, e in passato ha già avuto esperienze di consulenza strategica. Come Donald Trump anche Mattis crede che gli Stati Uniti debbano avere una posizione più forte nei confronti dei nemici stranieri, in primis con l’Iran. “Il regime iraniano è la singola e più duratura minaccia alla stabilità e alla pace nel Medio Oriente”, ha detto in un intervento ad Aprile sostenendo che spesso lo si dimentica focalizzandosi solo su al Qaeda o sullo Stato islamico. Mattis durante la campagna elettorale aveva più volte detto che il prossimo presidente americano avrebbe “ereditato un casino” e che l’accordo sul nucleare firmato dall’amministrazione Obama non sarà in grado di fermare Teheran nella sua corsa verso la bomba atomica, al massimo rallenterà, di poco, il processo.