Usare il referendum per un nuovo bipolarismo

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Usare il referendum per un nuovo bipolarismo

11 Dicembre 2007

Sono tra i promotori del
referendum elettorale e lo ritengo uno strumento fondamentale per cercare di
riformare il nostro sistema politico-istituzionale, ma devo dire con molta
franchezza che la linea assunta da Segni e Guzzetta (“il referendum stopperà
l’asse Silvio-Walter”, “il loro mi sembra più un inciucio per spartirsi il
potere”,  “quella proposta da Veltroni
non è la cura adatta per la malattia italiana”, ecc.)  mi convince poco o punto.

Essi rischiano infatti di
compiere un grave errore strategico attribuendo a Veltroni e Berlusconi un
disegno – quello di un sistema proporzionale puro che consenta la nascita di un
terzo polo centrista – che in realtà appartiene proprio agli avversari dei due
leader del Pd e del Pdl.

Veltroni e Berlusconi sono
impegnati, ciascuno nel proprio campo, nella costruzione di due soggetti a
vocazione maggioritaria, che si legittimino reciprocamente, senza i quali il
bipolarismo non può funzionare, come ci insegnano tutte le grandi democrazie
dove il bipolarismo è appunto basato essenzialmente, se non esclusivamente, su
due grandi formazioni politiche, una di centrodestra, l’altra di
centrosinistra, che si contendono l’elettorato di centro e ciascuna delle quali
raggiunge almeno il 35-40% dei consensi.

Sono i loro avversari, in particolare
D’Alema da una parte e Casini dall’altra, a volere il cosiddetto sistema
tedesco per dare spazio a un terzo polo centrista e mandare in soffitta il
bipolarismo. Il disegno di D’Alema è esplicito e molto lucido: trasformare il
neonato Pd da partito a vocazione maggioritaria, volto a conquistare
l’elettorato di centro, a soggetto politico posizionato più a sinistra, capace
di recuperare consensi in questa direzione, lasciando spazio ad un “centro
cattolico” con cui dialogare e tessere accordi in Parlamento, anche a costo di
far confluire in questo centro esponenti cattolici di primo piano che hanno
contribuito alla nascita del Pd (a partire da Enrico Letta e Francesco
Rutelli).

Insomma, una riedizione aggiornata del centro-sinistra, quello con il
trattino di cossighiana memoria (che spiega anche perché l’ex Capo dello Stato
abbia votato la fiducia al governo sul pacchetto sicurezza). Dietro ai sostenitori
del sistema tedesco c’è questa strategia e questo preciso disegno
politico.  

Veltroni e Berlusconi vi si
oppongono e per contrastarlo sostengono un sistema elettorale diverso da quello
tedesco (se dipendesse solo da loro sarebbe un sistema sostanzialmente
spagnolo), un sistema che non smantelli affatto il bipolarismo, ma non lo
conservi neppure così come lo abbiamo sperimentato finora, perché la sua
conservazione è ormai impraticabile di fronte alla crisi sempre più drammatica
dei due poli attuali.

Allora, per chi vuole
rafforzare e migliorare la qualit%C3