“Uscito Fini, gli ex An si sono irrigiditi”

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“Uscito Fini, gli ex An si sono irrigiditi”

13 Aprile 2011

“Altro che norme ad personam. Contro Berlusconi sembra esserci un processo ad personam. Il Pdl? Ci descrivono come tribù in guerra tra loro. Ma sono continuamente smentiti dai fatti. Il che non vuol dire che non vi siano problemi”. Il vicepresidente vicario dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello non nasconde i problemi. Nel paese e nel partito.

Presidente, fra cene e correnti il Pdl è sull’orlo dell’implosione.

“Esagerazioni. Ci descrivete sempre in guerra, ma se venite a Palazzo Madama o a Montecitorio ci trovate nei banchi e reggiamo come nessuna maggioranza prima di noi”.

Però queste fibrillazioni ci sono.

“C’è un aspetto, che può apparire paradossale ma non lo è, da considerare. Sino alla scissione di Fini c’era un processo di integrazione tra anime diverse perché gli ex di An che non condividevano le posizioni del presidente della Camera cercavano di ‘contaminarsi’ con gli ex di Forza Italia. E viceversa. Con l’uscita di Fini è cessato il controcanto. Con una certa tendenza a rientrare nelle proprie posizioni”.

Presidente non mi dica che nel Pdl non ci sono troppe anime…

“Nei grandi partiti esistono sempre le ali estreme. Basti pensare ai laburisti inglesi. O ai Repubblicani statunitensi”.

Eppure in Italia, sia nel Pdl che nel Pd, è litigio interno continuo.

“Non direi. Piuttosto c’è da osservare che le norme istituzionali non aiutano i grandi partiti, non avvantaggiano il bipolarismo. E inoltre, ma qui la colpa è in gran parte della sinistra, manca un reciproco riconoscimento”.

Rivedere il bipolarismo?

“Soluzione sbagliata. Vincerebbero i localismi. Ci sarebbe una frammentazione inquietante. Mille leghe. E poi voglio proprio vedere quanti 17 marzo potremmo festeggiare!”

Alla Camera l’opposizione fa ostruzionismo leggendo la Costituzione.

“Non mi straccio le vesti se il centrosinistra agisce sfruttando tutte le pieghe che offre il regolamento. Ma la Carta fondamentale dello Stato va seguita e applicata, non declamata. Sono rimasto impressionato da D’Alema che strumentalizza in modo plateale l’articolo 87 della Costituzione. Omette, infatti, un piccolo particolare: e cioè che prima di sciogliere le Camere il capo dello Stato dovrebbe verificare il venir meno della maggioranza in carica”.

Ma Viareggio e L’Aquila prescritti?

“Propaganda pura. Viareggio sarebbe prescritto nel 2032 o nel 2044 se fosse contestato il disastro colposo plurimo e per l’Abruzzo sarebbe la stessa cosa”.

Non era meglio un clima più sereno?

“E certo, che discorsi. Bersani dice che il premier sta dietro ai suoi processi invece di occuparsi dei problemi del Paese. E perché allora hanno alzato un muro a proposte di buon senso come quella di spostarli a fine legislatura? Ancora: Fini sostiene che Berlusconi parla solo di giustizia. Pensate che il premier sia contento di questa situazione? Lui che ha subìto 28 processi, di cui 23 finiti senza mai una condanna e 5 che si svolgono contemporaneamente? Mah…”.

(Tratto da Qn)