Utero in affitto, persino la sinistra spagnola dice di “no”

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Utero in affitto, persino la sinistra spagnola dice di “no”

Utero in affitto, persino la sinistra spagnola dice di “no”

11 Gennaio 2020

Un secco e indiscusso “no” alla pratica dell’utero in affitto giunge in questi giorni dal governo di sinistra spagnolo di Pedro Sanchez e Pablo Iglesias .
Nel programma di governo infatti al paragrafo 7 del capitolo dedicato alle “Politiche femministe” si legge chiaramente “Diciamo NO alle “pance a noleggio” (“ los vientres de alquiler” ), come viene definita in spagnolo la pratica dell’utero in affitto, la tecnica di fecondazione assistita con cui una donna (madre surrogata) porta a termine una gravidanza, solitamente dietro pagamento, per conto di un soggetto terzo o di una coppia committente (genitori intenzionali).
Al riguardo il testo afferma: “lo sfruttamento riproduttivo è vietato nella nostra legislazione, in linea con le raccomandazioni del Parlamento europeo. L’utero in affitto mina i diritti delle donne, soprattutto di quelle più vulnerabili. E per questo, agiremo di fronte alle agenzie che offrono questa pratica sapendo che è vietato nel nostro paese”.
Netta dunque la presa di posizione sul tema dell’utero in affitto della sinistra spagnola, tanto da ricoprire un ruolo primario nella battaglia culturale per i diritti delle donne: è infatti la prima volta che una forza politica di stampo progressista al governo si dimostra così risoluta ed inequivocabile sulla tematica.
La pratica dell’utero in affitto in Spagna è illegale, così come in Italia, ed è sanzionata penalmente con la reclusione fino a cinque anni di carcere. Tuttavia sul territorio iberico sono proliferate agenzie che, in barba alla legge spagnola, aggirano il divieto legislativo e procacciano “clienti” per le cliniche di Paesi esteri in cui vige tale pratica, come gli Stati Uniti o l’Ucraina. Il bimbo così “commissionato” all’estero viene poi fatto registrare all’anagrafe degli uffici consolari come figlio della coppia o del genitore “committente”.
Nonostante dunque il divieto imposto dalla legge, è innegabile che a tale ripugnante procedura sia stata conferita quasi una patina glamour grazie a una schiera di celebrità del mondo dello sport e dello spettacolo che vi hanno fatto ricorso, come il calciatore pluri-premiato Cristiano Ronaldo o i cantanti Ricky Martin, Elton John e Miguel Bosè, così come rappresentanti della politica del nostro Paese, tra cui il senatore del Partito Democratico Sergio Lo Giudice o l’ex governatore della Regione Puglia ed esponente del partito Sinistra e Libertà Nichi Vendola.
E se in Europa, le forze politiche progressiste e di sinistra sono concordi nel combattere la battaglia contro la cosiddetta maternità surrogata, (con l’ambigua eccezione della Francia di Macron la cui “Pma pour tous” apre di fatto la strada all’utero in affitto, anche se in realtà l’opinione pubblica è critica al riguardo) la sinistra italiana appare come un’isolata anomalia nello scenario politico europeo. Anche sui valori civili e sulle tematiche bioetiche infatti, e in particolare sulla ferma condanna dell’utero in affitto, la sinistra italiana è divisa al proprio interno e anzi, al contrario, vi si trovano i più accesi sostenitori di questa aberrante pratica, lesiva della dignità delle donne e che trasforma la maternità in un mercimonio infantile.
E mentre dunque la sinistra italiana sta a guardare, una nuova forza politica è stata assoldata nella battaglia di civiltà verso l’abolizione dell’utero in affitto, la sinistra spagnola di Sanchez e Iglesias, che mira a stroncare il giro d’affari sorto intorno alle agenzie di intermediazione in Spagna e a contribuire così a una delle più importanti lotte civili dei giorni nostri.