Val di Susa, aperto il cantiere della Tav
27 Giugno 2011
Si è da poco aperto il cantiere nei pressi della Madonna del Chiomonte (Torino), l’area dove è prevista la realizzazione del primo tratto della linea ferroviaria Tav Torino-Lione. La zona era stata consegnata dalle autorità di Polizia alla ditta che ha in gestione i lavori. Questo dopo che stamattina la polizia aveva occupato l’area nei pressi della centrale idroelettrica di Chiomonte, dove fino a poco prima centinaia di No Tav avevano organizzato un presidio per tentare di contrastare l’inizio dei lavori.
All’arrivo delle forze dell’ordine, due ore dopo che queste avevano forzato il primo sbarramento, i manifestanti, duecento o trecento persone, hanno trovato rifugio nei boschi, da cui vengono lanciati alcuni petardi. Quattro i feriti, non gravi, alla fine dell’operazione della polizia; molte persone sono invece rimaste intossicate a causa dei lacrimogeni. Sul posto sono poi giunti i sindaci delle varie località della zona, con l’obiettivo di trattare la resa. Un violento scontro, invece, si è verificato sull’autostrada Torino-Bardonecchia, dove gli agenti hanno caricato in risposta a un fitto lancio di estintori e pietre da parte dei No Tav. Secondo la Questura di Torino, sono rimasti feriti 28 membri delle forze dell’ordine, di cui 23 sono stati medicati sul posto, mentre cinque sono stati condotti in ospedale.
"Lo Stato non puo’ assolutamente arrendersi di fronte a dei protestatari ― ha dichiarato il Ministro dei Trasporti Altero Matteoli ―. La Tav e’ considerata una priorita’ da parte dello Stato. I lavori inizieranno e andremo avanti”. Gli fa eco il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, che ribadisce: "La Tav è un’opera assolutamente necessaria per il Piemonte e per l’intero sistema Paese, non si può confondere la posizione della Val di Susa con l’azione di violenti facinorosi". Sull’altro fronte, giungono le dichiarazioni del leader del movimento No Tav, Alberto Perino: "Abbiamo perso un round, non la guerra" e di Beppe Grillo, contrario da sempre alla linea ferroviaria: "Questa è una truffa contro l’Italia", "una speculazione mostruosa".
“Un lancio di lacimogeni senza senso, solo per gasare la gente”, dichiara Paolo Ferrero, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista. “I lacrimogeni non si usano nè per diletto nè per gasare i manifestanti, ma al termine di una progressiva e proporzionale azione tesa a disperdere i dimostranti con la finalità di non far del male a nessuno” è la replica dei segretari del Sindacato Italiano Appartenenti Polizia e dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, Giuseppe Tiani ed Enzo Letizia. “Gli uomini e le donne della Polizia di Stato fanno il proprio dovere ― sottolineano ― sempre ovunque e comunque. Stamane i contestatori più violenti non hanno esitato a scaricare la loro rabbia contro la polizia. I 25 feriti tra le forze dell’ordine parlano chiaro”.
In merito alla soluzione della questione, le Comunità montane Valle di Susa e Val Sangone “chiedono la convocazione urgente di un tavolo politico con il governo per riprendere corretti rapporti istituzionali”. Secondo gli enti locali, “la decisione di aprire formalmente un cantiere per un tunnel geognostico, inutile ai fini della progettazione, non risponde alle richieste dell’Unione europea sull’effettivo avvio dei cantieri.”
Intanto l’Unione Sindacale di Base del Piemonte ha indetto uno sciopero immediato e a tempo indeterminato per tutti i settori di lavoro pubblico e privato dei comuni della Val di Susa interessati dalla TAV. Migliaia di agenti hanno di fatto militarizzato il territorio impedendo la normale viabilità. Lo sciopero, rende noto l’Usb, è stato proclamato “in solidarietà con la popolazione della Val di Susa che resiste alla devastazione del proprio territorio contro la costruzione di un’opera del tutto inutile e dannosa”.
Sull’inizio dei lavori per la costruzione della linea ad alta velocità era intervenuto ieri il Ministro dell’Interno Roberto Maroni, in un’intervista al quotidiano La Padania. “’Il cantiere si apre entro il 30, e l’opera si fa, se no diciamo addio alle centinaia di milioni del contributo Ue ma soprattutto ai collegamenti con l’Europa”, ha dichiarato il ministro. Nei giorni scorsi, infatti, l’Italia aveva ricevuto l’ultimatum dell’Unione europea, che per voce del Commissario europeo ai trasporti, aveva ricordato la scadenza del 30 giugno per l’inizio dei lavori per il tunnel della Maddalena, prima opera del tracciato ferroviario che da anni viene ostacolato dal movimento No Tav della Val di Susa.