Valanghe. Snowboarder provocano slavina: ora rischiano denuncia

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Valanghe. Snowboarder provocano slavina: ora rischiano denuncia

08 Febbraio 2010

Sono stati ripresi da un videoamatore e rischiano di essere denunciati i 3 snowboardisti che ieri pomeriggio hanno provocato una slavina a monte del raccordo di Piancavallaro, tra le stazioni sciistiche delle Polle di Riolunato e di Passo del Lupo a Sestola, sull’Appennino modenese.

Il video è nelle mani dei carabinieri di Fanano, che lo stanno analizzando per capire se sarà possibile identificare le 3 persone che, travolte dalla valanga, sono riuscite a salvarsi.

Pare si tratti di 3 uomini, forse dei ragazzi. Il videoamatore ha infatti dato l’allarme pensando che gli snowboardisti fossero rimasti sepolti dalla neve: carabinieri, soccorso alpino e vigili del fuoco hanno scavato per tutta la giornata di ieri, fino alla tarda serata, temendo di trovare una delle persone sotto la slavina.

Le ricerche hanno dato esito negativo: evidentemente gli snowboardisti sono riusciti a salvarsi dal fronte di neve di 100 metri che si è staccato dal crinale durante il fuoripista. Dalle immagini riprese dal videoamatore si vedono i tre uomini che, uno dopo l’altro, vengono inghiottiti dalla neve.

Ora rischiano di essere denunciati per procurato allarme. Il governo, infatti, sta valutando la possibilità di presentare un emendamento al decreto emergenze, attualmente in discussione, per punire con il carcere chi provoca valanghe. Del fatto è stata informata la Procura di Modena che, una volta avuta l’informativa dei carabinieri, potrebbe aprire un’inchiesta.

La scelta dell’esecutivo è quella di ridurre quanto più possibile le vittime negli incidenti di montagna. Secondo Giovanni Peretti – geologo responsabile del centro nivo-meteorologico dell’Arpa Lombardia e membro dell’Aineva, l’ associazione che raggruppa i servizi valanghe delle sette regioni dell’Arco alpino italiano – "il 95% di valanghe come quelle che hanno provocato i tragici incidenti di questo inverno edizione 2009-2010 è provocato dalle vittime stesse". 

Spesso, prosegue l’esperto, "bastano pochi chili per mandare in tilt il delicato equilibrio della neve su un pendio. La gente ora – ha detto Peretti – appena vede la neve si precipita in montagna senza aspettare l’assestamento del manto nevoso e la maggior parte delle vittime non ha ascoltato il bollettino". In 40 anni di statistiche raccolte dall’Aineva, "a fronte di un notevole incremento dei frequentatori della montagna invernale", ha concluso Peretti "le vittime da valanga in Italia risultano stabili, intorno alle 20 all’anno".