Valentino Rossi è campione per la nona volta, viva la gallina vecchia

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Valentino Rossi è campione per la nona volta, viva la gallina vecchia

26 Ottobre 2009

Valentino Rossi ieri, al termine di una gara condotta sul bagnato della pista malese di Sepang, si è laureato campione del mondo. Per la nona volta. Lo ha fatto alla sua maniera, mettendosi dietro il rivale di quest’anno, lo spagnolo Jorge Lorenzo, e prendendosi un posto sul podio per festeggiare il trionfo in mondovisione.

Il Dottore – questo il soprannome ufficiale – nasce a Urbino il 16 febbraio del 1979 ma da piccolissimo si sposta a Tavullia. Un piccolo paese a cui è legato da un legame simbiotico e che ieri lo ha festeggiato con pasta alla carbonara, musica in piazza e uno spettacolo di fuochi artificiali, nello stile semplice e divertente tanto caro a Rossi. Già dall’alba di ieri la piazza si era infatti riempita di appassionati (arrivati da tutte le Marche e oltre) con il cappellino giallo e i cartelli con il numero ’46’, tirati fuori nel momento di gioia massima, al passaggio sotto la bandiera a scacchi.

Volendo dare un po’ di numeri si capisce l’esatta collocazione di un pilota che ormai è più di un atleta. Ha disputato nel Motomondiale 226 gare, vincendone ben 103 (a un passo al record di Giacomo Agostini, che ne collezionò 122 correndo però in più classi contemporaneamente). E’ salito 163 volte sul podio, conquistando 58 pole position (record assoluto)  e ottenendo 4006 punti iridati complessivi (altro record). Dal 1996 ha gareggiato in tutte le classi del Mondiale. Dalla 125 alla Motogp, passando per la 250 e la 500, fino alla svolta epocale, quando si passò alle 4 tempi da 1.000, per finire con le 800 che correranno dal prossimo anno.

Il freddo elenco di numeri non esaurisce, né rende giustizia, alla figura di un uomo – non più ragazzo come ricordava la maglietta celebrativa sfoggiata ieri con lo slogan “gallina vecchia fa buon brodo” – che proprio attraverso una serie di gag fa ridere da ormai 13 anni. Indimenticabili le sue maschere, come quelle di Robin Hood e Superman, ma anche le orecchie da asino, ostentate con naturalezza dopo un errore costatogli una gara. I festeggiamenti in pista, insieme al suo fan club, ci ricordano fughe nei bagni pubblici, comparsate di Biancaneve e i 7 nani, tiri di bowling contro birilli-umani,  per finire con l’apparizione del camice bianco da dottore, che da allora non lo ha più abbandonato.

Le livree dei caschi rappresentano un altro marchio di fabbrica. A volte raffinate, altre goliardiche, spesso colorate. Talvolta donate in beneficienza. Ma sempre riconoscibili e disegnate da lui. Una su tutte, impossibile da scordare, quella su cui c’era il suo bel faccione urlante appena sopra la visiera, come a raccontare l’emozione che si prova, dentro a quel casco, ogni qual volta si sale sulla moto.

Come tutti gli eroi sportivi ha avuto, ed ha, una lunga serie di nemici (in pista), ognuno spesso battuto a fine stagione. L’elenco, in ordine sparso, è una galleria di campioni affermati, bloccati solo da un dottore con il numero 46: Sete Gibernau, Daniel Pedrosa, Casey Stoner, Loris Capirossi, Nicky Hayden e non ultimo Max Biaggi. Con il pilota romano ci fu una vera e propria faida, passata attraverso bambole gonfiabili esibite in pista, contatti e parole non proprio eleganti fuori, ma soprattutto duelli all’ultimo sangue in sella, per la gioia di tutti gli appassionati.

Non è tutto, si parla di lui anche fuori dal mondo delle due ruote per delle storie, o trame, che lo rendono sempre più popolare e discusso. Il 31 maggio 2005 ha ricevuto una laurea magistrale honoris causa in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni dall’Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo" dando così al suo soprannome "The Doctor" un ulteriore significato. L’anno dopo provò una Ferrari di F1 e per un certo periodo si vociferò di un possibili passaggio alle quattro ruote. Nel 2007 l’Agenzia delle Entrate gli contesta compensi non dichiarati per 58.950.311 euro, relativi al periodo 2000-2004 e la vicenda si risolverà solo nel febbraio 2008 quando patteggiò il pagamento di 19 milioni di euro per il periodo 2000-2004 e 16 milioni per il periodo 2005-2006.

Il resto è storia di oggi, o ieri. Rossi conquista il suo nono titolo mondiale, eguagliando Carlo Ubbiali e Mike Hailwood: con un numero di titoli mondiali inferiore solo ad Angel Nieto e Giacomo Agostini, rispettivamente a 13 e 15 titoli.

Un personaggio complesso, sfaccettato, mutevole e soprattutto amato. Riconosciuto a livello mondiale tra i primi 3 piloti di tutti i tempi porta con naturalezza la sua storia in giro per le piste, rinnovando di domenica in domenica la leggenda di vincitore e gran giullare per tutti i suoi ammiratori. Anche se ultimamente, guardandolo nel suo incedere alla guida della Yamaha, sembra più un re. Meno male che “Rossi c’è”.