Veltroni, dì qualcosa… di comprensibile

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Veltroni, dì qualcosa… di comprensibile

08 Gennaio 2008

In attesa di Veltroni. Tutti si aspettano che faccia
qualcosa. Ieri è toccato a Giuliano Ferrara dare qualche segno d’impazienza:
gli ha chiesto di poter parlare col Pd della moratoria sull’aborto. Walter non
ha risposto e probabilmente non risponderà anche se nella sua chilometrica
intervista a Repubblica ha detto che la 194 non si tocca. Per il resto,
silenzio. 

Quanto alla legge elettorale, nessuno capisce più cosa
davvero voglia fare. Difende intrepido il vassallum? No perché il suo vice
Franceschini, certamente in accordo con lui, ha rilanciato il doppio turno
francese. Un’idea tanto stravagante da far esclamare a D’Alema: “Ma siamo
pazzi…”.

Mentre il numero due del loft diceva cose dissennate, la
brava e buona balia del pupo d’oro, Goffredo Bettini, la persona che più di
ogni altra dovrebbe rappresentare le scelte veltroniane, era dedita a dar
mostra di disponibilità. Il proporzionale tedesco si può accettare… basta che
si salvino alcuni capisaldi. Insomma, trattiamo, trattiamo, trattiamo… Veltroni
sempre nell’intervista a “Repubblica” diceva cose strane. Parlava di una sorta
di riforma in due tranche: prima si fa il vassallum o qualcosa che gli
assomiglia, poi si fa anche il semi-presidenzialismo alla francese, ma quello
in un secondo tempo.

In questo baillame dove non si capisce più niente di niente,
l’unico che sembra sempre più sicuro di sé è Romano Prodi. Trincerato nel
fortino di Palazzo Chigi medita di resistere sino in fondo. Nessuno – secondo
lui – ce la farà a stanarlo. E siccome il governo è sempre il governo, Veltroni
viene risucchiato, con tutti i suoi convulsi e confusi tentativi di fare le
riforme, e il suo profilo politico diventa sempre più labile e indistinto. Il
discredito popolare che circonda il premier sta ormai anche sopra la sua testa
come un nuvolone buio in grado di scaricarsi da un momento all’altro.

Intanto – mentre a Roma c’è la paralisi politica – Napoli
rischia di annegare nella mondezza e la Russo Jervolino non fa mistero delle
responsabilità anche del governo centrale nell’aver provocato quella
catastrofe. Dum Romae consulitur… Saguntum expugnatur.

Berlusconi è ai Caraibi e, al suo ritorno, in tanti
attendono una sua iniziativa politica sulla riforma elettorale in grado di
sbloccare la situazione. Se Walter dice cose sempre più confuse, l’unica
speranza è che il leader dell’opposizione faccia qualcosa per uscire
dall’empasse. Altrimenti, il referendum non lo fermerà più nessuno e ne vedremo
delle belle.

Il popolo italiano porta pazienza e aspetta risposte, ma non
è detto che resista all’infinito. Qualche promessa va rispettata. Il tanto
evocato protagonismo veltroniano tarda a manifestarsi. Il nuovo che avanza
ha  fatto solo qualche passo e poi si è
accucciato in attesa che altri tirino via le castagne dal fuoco. In realtà la
scena politica di centrosinistra è tutta o quasi occupata da Prodi, D’Alema e
pochi altri. E non è un bel vedere. Speriamo che un Berlusca super abbronzato e
riposato svegli dal suo letargo Walter e che dal loft arrivi qualche segnale di
vitalità. Per intanto – come dice Giuliano Ferrara – “noi si aspetta”.