Veltroni, Villari e i problemi della destra
20 Novembre 2008
di redazione
«Noi abbiamo raggiunto un’intesa con Palazzo Chigi su un nome di assoluto livello. A questo punto il problema non è più mio, ma tutto in casa della destra. Spetta a chi ha questa responsabilità di applicare questa intesa». Questo ha dichiarato Veltroni dopo aver appreso che il senatore Villari non si sarebbe dimesso da presidente della Vigilanza.
Non credete alle vostre orecchie? Invece sono le sue parole testuali e sventatamente sprezzanti. Vediamo allora di ricapitolare: per mesi Veltroni si è condannato contro ogni logica politica a sostenere Leoluca Orlando per non dispiacere a Di Pietro. Per mesi ha ignorato l’esplicito e ripetuto parere della maggioranza che aveva chiarito di non essere disponibile a fornire i suoi voti a un candidato che aveva paragonato il governo ad una "dittatura argentina". Non ha tenuto in nessun conto la disponibilità mostrata dal governo nel ritirare la candidatura di Pecorella alla Consulta. Quando, per uscire dallo stallo parlamentare, il centro-destra ha fatto capire che si preparava ad eleggere un candidato dell’opposizione diverso da Orlando, Veltroni ha testardamente mantenuto il punto. Quando un senatore del suo partito è stato eletto ha annunciato ai quattro venti che di lì a poco si sarebbe dimesso. Quando questo non è successo ha aperto la strada alla sua sistematica diffamazione: venduto, giuda, trasformista, traditore, opaco, sono solo alcuni degli epiteti che sono stati riservati a Villari dai suoi colleghi di partito.
Quando, come ultimo atto, senza alcuna altra via d’uscita ha mollato la candidatura di Orlando per tirare fuori dal cappello quella di un altro senatore del suo partito, Sergio Zavoli (visto che è piaciuto subito a tutti perchè non ci hanno pensato mesi fa?), ha preteso che il centro-destra accettasse immediatamente il nuovo candidato.
Quando l’accordo sul nome di Zavoli si è trovato con il via libera di Berlusconi, Veltroni l’ha fatta passare per una sua grande vittoria strategica e per una sconfitta dei sui nemici dalemiani e dei loro "pizzini" avvelenati.
Ora che Riccardo Villari, da lui "nominato" senatore di Napoli e appena espulso dal Pd, si ostina a non dimettersi, Veltroni sostiene che "il problema è tutto in casa della destra"?????
Se questo è il risultato del nuovo Partito Democratico "con le mani libere", qualcuno pensi a legargliele.