Vendola ha un partito debole, ecco perché punta sulle “Fabbriche”
22 Novembre 2010
Fatte le debite proporzioni, Nichi Vendola soffre dello stesso male di Barack Obama: amato all’estero, in difficoltà in Patria. Vendola vince a Milano sponsorizzando l’avvocato Pisapia ma incassa un duro colpo in Puglia, dove la settimana scorsa la sua maggioranza è andata sotto in consiglio regionale. Secondo "Italia Oggi", il voto sui consultori sarebbe stato il primo segnale del Pd al Presidente: invece di andare in California, pensa ad occuparti della tua Regione.
In realtà una cosa è “Nichi”, un’altra il governo della Puglia. Sinistra ecologia Libertà, infatti, resta una creatura essenzialmente pugliese. Le percentuali a due cifre del partito nel Tavoliere sono imparagonabili a quelle delle altre Regioni italiane, dove non supera la soglia di qualche punto. SeL non è immune al trend disgregativo che ha caratterizzato il post-comunismo italiano negli ultimi vent’anni. Così com’è nata potrebbe scomporsi, scindersi, cambiare nome, nonostante ci siano voci, come quella di Claudio Fava, che puntano a farne una formazione politica strutturata.
Vendola considera SeL un ponte verso un progetto di tipo fusionista che attraverso di lui raccolga pezzetti della sinistra massimalista, transfuga del centrosinistra, elementi del variegato mondo dell’anti-berlusconismo – compattandoli nel blocco elettorale decisivo del potere vendoliano, i giovani, le donne, il proletariato della conoscenza. In una parola, le "Fabbriche di Nichi". In questo senso, Vendola ha già acquisito un profilo nazionale e nei sondaggi insidia il segretario Bersani.
Anche se avesse grane in Puglia o nel partito, gli resterebbe un capitale da spendere nel mercato politico: se stesso, o meglio le Fabbriche, pensate apposta per sganciarsi e correre da solo quando sarà il momento giusto. Questa divaricazione fra leader e partito ha già prodotto delle frizioni interne, come la defezione dell’ex ministro Belillo. Le Fabbriche invece sono le gambe di Nichi, “una gioiosa macchina elettorale” con oltre 500 sedi aperte in tutta Italia.
Su Internet, Vendola è riuscito a mobilitare centinaia di migliaia di persone. Ogni volta che il Presidente posta un messaggio su Facebook, le Fabbriche si attivano per diffondere il verbo sul web e i “Nichi-addicted” sembrano incapaci di resistere alla tentazione di un “mi piace”. Ma non tutti gli Italiani vivono la politica attraverso un social network e non detto che questi clic si trasformino in una valanga di voti. Capire quanto sia reale il fenomeno delle Fabbriche sarà essenziale per i suoi avversari.